Una sfida globale e un bicchiere mezzo pieno: 700 impegni volontari scritti nero su bianco nella “Water Action Agenda”, ma nessun accordo legalmente vincolante. Un esito che “gira comunque la pagina della Storia” secondo il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite Csaba Kőrösi. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati della Water Conference 2023, la prima conferenza mondiale sull’acqua organizzata dall’Onu nell’ultimo mezzo secolo, che si è svolta a New York dal 22 al 24 marzo. Per il summit, nel Palazzo di Vetro sono arrivati 10.000 partecipanti, tra scienziati, rappresentanti dei governi, del mondo dell’economia e della società civile.
“Tutte le speranze dell’umanità per il futuro dipendono, in qualche modo, dal tracciare una nuova rotta basata sulla scienza per dare vita all’agenda d’azione sull’acqua”, ha sottolineato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, alla chiusura del vertice, perché l’uso insostenibile della risorsa idrica, l’inquinamento e il surriscaldamento globale mettono rischio “la linfa vitale dell’umanità”. Per questo – ha affermato Guterres – la comunità internazionale deve agire, prima di tutto con sistemi alimentari alternativi per ridurre il consumo di risorse idriche in agricoltura e nella produzione di cibo, per contrastare la penuria globale di acqua potabile.
L’obiettivo di sviluppo sostenibile 6 e la crisi idrica mondiale
L’obiettivo dell’appuntamento era accelerare lo stato di avanzamento verso l’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) numero 6, previsto dall’Agenda 2030, ossia quello di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie. Il quadro è preoccupante, secondo il rapporto Onu presentato in occasione della Water Conference 2023. In tutto il mondo quasi due miliardi di persone non hanno a disposizione acqua potabile e 3,6 miliardi non hanno accesso a servizi igienico-sanitari sicuri. Proprio a causa di queste carenze ogni anno muoiono almeno 1,4 milioni di persone, molte delle quali bambini.
La scarsità di questa preziosa risorsa sta diventando endemica, dice l’Onu, ma allo stesso tempo il pianeta ha sempre più sete. Negli ultimi 4 decenni il fabbisogno idrico è aumentato dell’1% ogni anno e da qui al 2050 questo tasso di crescita dovrebbe mantenersi su valori analoghi. La popolazione urbana globale che dovrà affrontare una penuria di acqua rischia quindi di raddoppiare dai 930 milioni del 2016 a 1,7-2,4 miliardi nel 2050. Anche la Fao ha lanciato un grido di allarme. Attualmente, circa il 10% della popolazione mondiale, oltre 733 milioni di persone, vivono in Paesi con uno stress idrico elevato e critico. L’acqua consente la produzione di oltre il 95% del cibo sulla terraferma, ma per soddisfare la domanda futura la produzione mondiale di alimenti, fibre e mangimi entro il 2050 dovrà aumentare del 50% rispetto al 2012. Per raggiungere questa soglia saranno però necessarie il 35% di risorse idriche aggiuntive.

Gli impegni presi durante la Water Conference 2023
La Conferenza mondiale sull’acqua ha portato alla definizione della Water Action Agenda, un documento in cui ogni Paese ha dichiarato i suoi “voluntary commitments”, ossia 700 impegni volontari per contrastare l’emergenza idrica con un investimento totale di 300 miliardi di dollari. Una cifra che secondo Il presidente dell’Assemblea generale Csaba Kőrösi ha il potenziale di sbloccare almeno 1 trilione di dollari di guadagni socioeconomici ed eco-sistemici. Tutti gli impegni sono pubblicati su una piattaforma online che rimane aperta per l’invio di nuovi progetti.
Gli Stati Uniti ad esempio hanno previsto un investimento di 49 miliardi di dollari per sviluppare infrastrutture e servizi per l’acqua e i servizi igienici, resilienti rispetto ai cambiamenti climatici. L’Unione Europea si è impegnata, da qui al 2030, a sostenere l’accesso ad acqua potabile di qualità e a impianti igienico-sanitari per un bacino di 70 milioni di persone, oltre a prevedere finanziamento di 20 milioni di euro nei confronti degli Stati membri per accelerare la diffusione della sorveglianza delle acque reflue per il Covid. Gli impegni presi durante la Water Conference 2023 saranno poi monitorati nei successivi vertici previsti dall’Onu, il primo dei quali sarà il SGDs summit di settembre, incentrato sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile da parte dei Paesi che nel 2015 hanno sottoscritto l’Agenda 2030. Proprio in vista di settembre sarà nominato un inviato speciale per l’acqua.

La Conferenza mondiale sull’acqua e gli obiettivi dell’Italia
Nella Water Action Agenda hanno preso posto gli impegni italiani, che si concentrano in particolare sulla riduzione delle perdite idriche attraverso la modernizzazione della rete di distribuzione, anche con l’introduzione di avanzati sistemi di monitoraggio sui parametri di erogazione, pressione e qualità. Nel documento presentato dal nostro Paese, si analizza lo stato di salute della rete “caratterizzata da una gestione frammentata e inefficiente delle risorse idriche, attraverso una rete di distribuzione antiquata (il 35 per cento delle condutture ha tra i 31 e i 50 anni) e attraverso la scarsa efficacia e capacità industriale dei soggetti coinvolti nel settore idrico, specialmente al Sud”.
Proprio al Meridione si registrano picchi di perdite di oltre il 50%, contro la media italiana del 40%. L’Italia si impegna a riqualificare 25 reti di acqua potabile, digitalizzarle e trasformarle in un “network intelligente” che favorisca la gestione ottimale delle risorse idriche, riducendo perdite e sprechi, anche per far fronte al cambiamento climatico e alle frequenti siccità. Almeno il 40% delle risorse sarà concentrato su interventi nelle regioni del Sud Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
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