Un gesto compiuto quasi sovrappensiero. Buttiamo, apriamo il rubinetto o tiriamo lo sciacquone. Fine della storia? Niente affatto. Sapere con esattezza cosa non bisogna gettare negli scarichi domestici, nellavandino e nel wc, vuol dire evitare gesti pericolosi per l’ambiente, prevenire costosi danni alle condutture e agli impianti di depurazione e contribuire attivamente alla tutela della risorsa idrica. Ciò che finisce nel tubo, non si dilegua per magia. Resta, si accumula, intasa e inquina, se non smaltito in modo adeguato.
Ad esempio, buttare nello scarico del lavello l’olio esausto usato in cucina, avanzi di cibo e piccoli rifiuti, è un comportamento quotidiano erroneamente percepito come innocuo. Può infatti innescare un corto-circuito ecologico: alterare gli equilibri naturali e compromettere la qualità delle acque. Non soltanto. Ci sono anche i possibili danni alle infrastrutture, dalle tubazioni di casa alla rete fognaria, e gli effetti negativi sul trattamento delle acque reflue, che diventa più complesso e costoso, con un impatto diretto sulla bolletta dei cittadini. Ecco gli errori comuni a cui prestare attenzione.
Olio: cosa succede se lo butto nello scarico del lavandino?
È buono sulla tavola, ma “cattivo” nelle tubature. L’olio esausto, ottenuto dalla frittura e dalle altre cotture, non fa bene all’ambiente e agli scarichi: gettare i residui oleosi nel lavandino di cucina o nel wc può causare gravi danni. E lo stesso discorso vale per l’olio dei condimenti e per quello dei sottoli. In primo luogo, esistono rischi per l’impianto domestico. Queste sostanze si “attaccano” ai tubi e ai condotti fognari, catturando nel tempo altri scarti di cibo, per poi creare grossi tappi.
C’è inoltre un aspetto ecologico non di poco conto. L’olio non è biodegradabile ed è altamente inquinante, avvertono le associazioni ambientaliste: un solo litro può rendere imbevibile un milione di litri di acqua. E allora cosa succede se butto l’olio nello scarico del lavandino? Lì dove non sono presenti impianti di depurazione, termina il suo “viaggio” direttamente in fiumi e mari, inquinandoli, mentre dove le acque reflue vengono trattate, genera difficoltà nelle fasi di filtrazione.
Un problema così diffuso che nelle grandi metropoli viene segnalata la formazione nelle fognature di giganteschi blocchi chiamati fatberg, veri e propri “iceberg” di grasso e spazzatura, che richiedono l’intervento di squadre specializzate per la loro rimozione. Nel 2017 nel quartiere di Whitechapel, a nord-est della Torre di Londra, i tecnici individuarono un ammasso pesante addirittura 130 tonnellate con un diametro di 250 metri.
Il consiglio è quindi, una volta cotto o fritto, di far raffreddare l’olio e raccoglierlo in un contenitore per portarlo nelle isole ecologiche o nei punti di raccolta. Una buona parte potrà essere riciclata, anche sotto forma di biocombustibile. Una particolare cura è necessaria per tutto ciò che è unto: avanzi di maionese, burro e salse. Meglio pulire pentole e zuppiere con un tovagliolo di carta non colorato e smaltire tutto nell’organico.

Perché non bisogna gettare rifiuti organici negli scarichi domestici
Un’altra regola d’oro è non buttare mai rifiuti organici nello scarico del lavandino (cucina o bagno che sia) e tantomeno nel wc: si va dai fondi del caffè ai gusci d’uovo, dai piccoli avanzi di cibo fino ai capelli, che essendo composti da cheratina hanno dei tempi di degradazione lunghi. Tutti questi elementi rischiano di inquinare l’ecosistema e otturare condotte e fosse biologiche, oltre a provocare cattivi odori.
Una buona pratica è installare un semplice filtro per lo scarico del lavandino, che cattura i residui grazie ai piccoli fori. Attenzione pure alla farina: una volta introdotta nello scarico del lavello, forma una patina che si appiccica alle tubazioni e intrappola altri scarti, creando occlusioni. Meglio, anche in questo caso, optare per la raccolta differenziata. Inoltre, i rifiuti organici buttati nel water closet possono compromettere la funzionalità delle fosse biologiche e dei processi di degradazione di urina e feci.

Cosa non bisogna buttare nel wc e nel lavandino: dai rifiuti solidi alla plastica
Mozziconi di sigaretta, gomme da masticare, fazzoletti di carta, filo interdentale, cerotti, assorbenti, profilattici. Il lavandino e il wc non sono una pattumiera e gettare qui rifiuti solidi e plastica causa danni ambientali, ottura gli scarichi e compromette l’efficienza dei processi biologici degli impianti di depurazione. Un errore comune riguarda le salviette umidificate o i dischetti struccanti, che a differenza della carta igienica, sono realizzati anche con fibre sintetiche, che non si degradano nell’acqua e producono ostruzioni.
I più pericolosi sono i rifiuti di piccole dimensioni, come i cotton fioc, che possono arrivare a intasare le vasche del trattamento depurativo finale o, in alcuni casi, riuscire addirittura a passare indenni da quest’ultima fase, finendo nei corsi d’acqua. I gestori idrici sono costretti così a far rimuovere manualmente gli scarti, con costi che ricadono sulla collettività.

Non buttare sostanze acide, nocive o tossiche
Può sembrare ovvio, ma per molti non lo è. Sostanze chimiche, vernici, pesticidi, diserbanti o medicinali (pillole, sciroppi o compresse scadute) non vanno mai gettati negli scarichi del bagno e della cucina. Oltre a essere pericolosi per l’uomo e per l’ambiente, possono intasare i tubi e compromettere l’azione dei batteri anaerobici presenti nelle fosse biologiche che decompongono la materia organica contenuta nelle “acque nere”.
Allo stesso modo non bisogna esagerare nell’uso di detergenti e candeggina nelle pulizie di casa, visto che l’acqua così impiegata finisce nello scarico. Una particolare attenzione va riservata ai composti acidi (come l’acido citrico e quello cloridrico, sfruttati per togliere le incrostazioni) che se non utilizzati in modo opportuno, non solo presentano possibili rischi per la salute, ma possono corrodere le tubature e danneggiare il sistema di depurazione.
L’acqua è una risorsa preziosa e limitata, e il suo ciclo di vita dipende anche dai nostri comportamenti quotidiani. Avere ben chiaro cosa non gettare negli scarichi è dunque il primo passo per proteggerla.
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