Le perdite occulte di acqua potabile, ossia le dispersioni idriche a valle del contatore e non direttamente visibili dall’utente finale, possono causare consumi anomali, con un costo per il cittadino e sprechi di risorsa. La rete dell’acquedotto che arriva fino al contatore generale di casa è infatti sottoposta al monitoraggio e alla manutenzione del gestore del servizio idrico integrato, mentre da questo punto in avanti la cura dell’impianto domestico è a carico dell’utente. La normativa prevede sì delle riduzioni delle tariffe sugli extra-consumi per chi si accorge di queste falle “nascoste”, tuttavia per evitare di pagare conti salati è consigliabile stipulare un’assicurazione specifica: ecco cosa fare per verificare se esistono perdite occulte d’acqua e qual è la procedura nel caso si riscontri una rottura di questo tipo.
Cos’è di preciso una perdita occulta di acqua
È essenziale quindi chiarire cosa sono secondo la normativa le perdite occulte di acqua potabile, per distinguerle dalle altre rotture di tubazioni per cui non sono previste agevolazioni tariffarie. Come detto queste fuoriuscite si verificano dopo il contatore e non si possono individuare con le normali azioni di cura dell’impianto, poiché non affiorano in superficie e hanno luogo in ambienti inaccessibili dove è impossibile compiere controlli. Sono causate da un fatto accidentale, fortuito e involontario, come danni che riguardano tratti incassati e interrati, ad esempio per degrado delle tubazioni, gelo o guasti agli impianti.
Non sono considerate perdite occulte quelle generate da malfunzionamenti di galleggianti, valvole, rubinetti e altri apparati, di cui si possono verificare direttamente le condizioni. Sono escluse inoltre le perdite che avvengono in luoghi dove è possibile fare un’ispezione, come ad esempio le autoclavi (anche interrate), i pozzetti galleggianti, i locali della caldaia, i serbatoi e via dicendo.
Come verificare se ci sono perdite: occhio alla bolletta e al contatore
Di norma ci si accorge che qualcosa non va solo alla consegna della bolletta dell’acqua, in cui sono stati addebitati dei consumi anomali e sproporzionati rispetto al solito, a causa di perdite occulte. Ci sono però delle buone pratiche per prevenire brutte sorprese, come monitorare attentamente i propri consumi fattura dopo fattura e tenere d’occhio il contatore. Il classico suggerimento è di appurare che il contatore non “giri” lentamente nonostante tutti i rubinetti di casa risultino ben chiusi e che gli elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie siano spenti.
Prima di tutto va constatato che i rubinetti non perdano anche piccole quantità di acqua, ad esempio mettendo nel lavello contenitori per rilevare nel tempo eventuali micro-dispersioni. Altro punto debole può essere rappresentato dalla cassetta per lo scarico del wc. Una volta accertato tutto questo, si procede a segnare la lettura del contatore o più semplicemente a scattare una fotografia con il cellulare, per confrontare il dato con la misura riportata dall’apparecchio qualche ora dopo. Lo si può fare ad esempio prima di uscire di casa oppure durante la notte.
Cosa fare in caso di perdite occulte di acqua e chi paga
La prima cosa da fare quando si verifica una perdita occulta di acqua potabile è trovare la falla e ripararla nel tempo più breve possibile rivolgendosi a professionisti che possono perfino usare tecniche di termografia per individuare i versamenti invisibili a occhio nudo. Chi paga per le operazioni è il cittadino, perché come detto è responsabile dell’impianto domestico che si sviluppa a valle del contatore, ed è lo stesso utente a doversi farsi carico della bolletta, ma con la possibilità di richiedere una riduzione della tariffa per i consumi extra provocati dalla perdita occulta. In gergo si parla di “depenalizzazione tariffaria”.
Per il ricalcolo dell’importo è necessario scattare fotografie del danno, della riparazione, del contatore dopo la risoluzione del problema (il numero di matricola deve essere ben visibile), oltre a conservare la fattura dell’idraulico con la descrizione dettagliata di tutti gli interventi effettuati. Questi documenti serviranno al momento della compilazione della dichiarazione di perdita occulta per richiedere l’agevolazione tariffaria (qui il modulo online di Publiacqua). Va presentata entro 25 giorni dalla scadenza della bolletta dell’acqua che riporta il consumo anomalo, mentre la documentazione che non fosse ancora disponibile può essere inviata successivamente, ma comunque entro 60 giorni dalla scadenza della fattura.
L’agevolazione tariffaria e l’assicurazione
Ma a quanto ammonta il “rimborso” per le perdite occulte d’acqua? È l’Arera, l’Autorità di Regolazione per l’Energia, Reti e Ambiente, ad aver stabilito le tutele minime. Con un consumo superiore a 50 metri cubi, la tutela scatta se il consumo extra di acqua è almeno il 50% di quello medio giornaliero. Quest’ultimo valore viene calcolato sui due anni precedenti alla perdita, prendendo in considerazione lo stesso periodo dell’anno indicato nella fattura in cui è stato rilevato il consumo anomalo. Al cittadino viene riconosciuta una riduzione tariffaria sui metri cubi di acqua che superano il consumo medio giornaliero dell’utenza, per il periodo che va dalla presunta perdita alla data della riparazione.
In ogni caso, esiste la possibilità di stipulare un’assicurazione collettiva contro le perdite occulte, offerta dai vari gestori idrici alle utenze domestiche e non domestiche. Per quanto riguarda Publiacqua, l’assicurazione può essere sottoscritta con la compagnia Generali ed è valida fino al 31 dicembre 2024. Si tratta di una spesa piuttosto contenuta (6 euro l’anno per le utenze domestiche e 14,40 euro per quelle non abitative, a cui aggiungere 2 euro di oneri amministrativi e di gestione) che però mette al riparo da eventuali sovraccosti a causa di perdite occulte con consumi extra che superano del 50% quelli medi. I dettagli sulla polizza e sul calcolo dell’agevolazione tariffaria sono riportati nella pagina “Cosa devi sapere” di Publiacqua.
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