Un’idea che fa la differenza e trasforma un rifiuto da smaltire in una materia prima con cui creare oggetti di uso quotidiano. Oltre a essere un brutto vizio, il fumo lascia dietro di sé scarti pericolosi: i mozziconi di sigaretta non sono biodegradabili, anzi i filtri in acetato di cellulosa possono produrre inquinamento da micro e nano plastiche nel terreno e nelle acque. Il tempo di decomposizione dei filtri può infatti toccare i 12 anni. Dal 2021 Publiacqua, il gestore del servizio idrico integrato che opera tra Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo, grazie alla collaborazione con la società Re-Cig, ha lanciato la raccolta differenziata dei mozziconi di sigaretta all’interno dei suoi 8 principali impianti, per consentire il riciclo di questo materiale.
Per il personale dell’azienda sono stati individuati 10 punti fumatori nelle aree all’aperto delle strutture, smokers point dotati di una colonnina per buttare via le cicche. Solo nel 2023 sono stati raccolti più di 10 chili e mezzo di mozziconi, pari a circa 35.663 sigarette equivalenti. Se li mettessimo tutti in fila si arriverebbe a un serpentone lungo quasi 1,3 chilometri. Questo progetto, portato avanti dall’ufficio gestione rifiuti e contratti di Publiacqua, ha fatto “guadagnare” l’ambiente, diminuendo l’inquinamento da mozziconi di sigaretta, e sempre durante il 2023 ha permesso la realizzazione di 5,35 chili di materiale riciclato.
Il tempo di decomposizione di un mozzicone di sigaretta e quanto inquina
Ogni anno si stima che in tutto il globo vengano abbandonate 850.000 tonnellate di filtri di sigaretta, di cui oltre 13.000 soltanto in Italia. Il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente evidenzia come il 40% della spazzatura che galleggia nel Mar Mediterraneo sia rappresentato proprio da questo scarto, il secondo articolo di plastica monouso rinvenuto più di frequente sulle spiagge. Il residuo di tabacco e la carta si dissolvono in natura nel giro di 3-4 mesi, mentre il filtro delle sigarette per degradarsi impiega un tempo dai 2 fino ai 12 anni, in base alle condizioni ambientali. Non solo. Le oltre 200 sostanze dannose contenute nei mozziconi contaminano terreni e acque: una singola cicca può inquinare fino a mille litri di acqua.
Insomma oltre a intossicare i propri polmoni, i fumatori rischiano di fare danni all’ecosistema. Secondo il Ministero della Salute, a essere gettata via non è esclusivamente plastica, ma anche nicotina, metalli pesanti, arsenico, piombo e formaldeide. Il tabagismo lascia poi dietro di sé anidride carbonica, metano e biossido di azoto, emissioni che secondo una stima a livello mondiale corrispondono a 3 milioni di voli transatlantici. Accanto alle iniziative per il recupero dei rifiuti, servono quindi azioni di promozione della salute, pure sul posto di lavoro: tra le altre cose, Publiacqua offre periodicamente ai propri dipendenti corsi per smettere di fumare e per educare a corretti e sani stili di vita.
Come funziona il riciclo dei mozziconi di sigaretta: da filtri a materia prima
L’idea di evitare l’inquinamento dell’ambiente e dare una seconda vita alle “scorie” del fumo è venuta a una società trentina, Re-Cig, che nel 2016 ha brevettato un processo per il riciclo della plastica contenuta nei mozziconi di sigaretta. Si tratta della prima e unica impresa autorizzata in Italia e in Europa per questo trattamento. Nel caso di Publiacqua, le colonnine dei 10 smokers point aziendali vengono svuotate ogni 3 mesi. Nello stabilimento di Re-Cig è effettuata prima di tutto una setacciatura per eliminare eventuali impurità e componenti come cenere e residui di tabacco. Poi si passa al prelavaggio, in modo da separare la carta dal filtro, seguito da un lavaggio più approfondito a temperatura variabile per rimuovere le sostanze tossiche. L’acqua così impiegata viene successivamente depurata da una ditta specializzata.
Gli ultimi due passaggi sono l’essiccazione, che toglie tutte le tracce di umidità dai filtri, e la miscelazione termica da cui si ottengono palline scure di acetato di cellulosa, polimero plastico con caratteristiche paragonabili alla materia vergine, impiegabile per creare oggetti comuni. Dopo il riciclo dei mozziconi di sigaretta e dopo le analisi di sicurezza, viene rilasciata la dichiarazione End of Waste: i materiali ottenuti non sono più considerati immondizia, bensì risorsa e possono essere trasformati ad esempio in posacenere portatili, cerniere dei vestiti, bottoni, manici di ombrelli o montature per gli occhiali da vista.
Il progetto in Publiacqua
La collaborazione tra Re-Cig e Publiacqua ha permesso di individuare postazioni dedicate ai fumatori negli 8 impianti dove opera il numero maggiore di persone. Dopo una prima campagna di informazione per lanciare l’iniziativa, adesso è partita una seconda fase per comunicare ai dipendenti i benefici ambientali del riciclo dei mozziconi di sigaretta. Dal marzo 2021 al primo semestre 2024 sono stati avviati al recupero in totale 30,12 chili di cicche. Accanto a questa esperienza, l’ufficio gestione rifiuti e contratti di Publiacqua sta sviluppando nuovi progetti sempre incentrati sui valori della sostenibilità e della circolarità.
Potrebbero interessarti anche…
Di cosa si parlerà a Firenze per il Festival dell’Acqua 2024
In Italia l’acqua del rubinetto è sicura: il 99,1% dei controlli svolti negli ultimi tre anni è risultato in linea…
La fotografia di 25 anni di gestione idrica in Toscana
Alla fine degli anni Novanta i soggetti che si occupavano di gestione idrica in Toscana erano oltre 200, piccoli e…
M0: il nuovo indicatore ARERA per la resilienza idrica
Dal 1° gennaio 2024 l’ARERA ha introdotto nell’ambito della qualità tecnica il nuovo macro-indicatore M0, da una parte per “misurare”…