L’intera area fiorentina da oggi può contare su un sistema di depurazione delle acque reflue capace di servire 600.000 abitanti e filtrare gli inquinanti, immettendo quindi nell’ambiente risorsa idrica pulita. Un traguardo storico, ottenuto dopo quasi 40 anni di lavoro e un investimento, dal 1985 al 2022, di circa 300 milioni di euro. Escono così dalla procedura di infrazione europea 2014/2059 otto Comuni della Città metropolitana di Firenze: Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Firenze, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa. Adesso in questo territorio, il più popoloso della Toscana, oltre il 99% degli abitanti è servito dal sistema di depurazione, percentuale che venti anni fa era al 10%. Il risultato è stato ottenuto con uno sforzo infrastrutturale notevole per chiudere il ciclo idrico in modo green, come richiesto dall’Unione Europea.
Com’è organizzato il sistema fiorentino di depurazione delle acque
Il sistema di depurazione dell’area fiorentina solo l’anno scorso ha permesso di trattare circa 66 milioni di metri cubi di acque reflue. Se tutto questo carico inquinante finisse in Arno, il fiume per decine di chilometri dal punto di immissione sarebbe privo di ossigeno e quindi di fatto un “fiume morto”, in cui sarebbe impossibile la vita della fauna ittica. Il cuore del sistema è il depuratore di San Colombano, al confine tra Lastra a Signa e Scandicci, che grazie a una rete capillare di fognature, grandi collettori e scolmatori riceve le acque reflue dell’area fiorentina e le avvia al trattamento.
Progettato negli anni ’80 e attivo a partire dal 2000 per gli scarichi di Lastra a Signa e Scandicci, con la successiva conclusione dei diversi lotti e delle opere accessorie per allacciare i vari territori, l’impianto garantisce oggi un trattamento di tipo biologico a fanghi attivi organizzato su tre linee parallele. A raccogliere e trasportare le acque reflue della zona fiorentina fino a San Colombano è un’infrastruttura che può contare su 1.355 chilometri di fognatura (140 chilometri di grandi collettori e 1.215 chilometri di raccolta), 77 sollevamenti per superare gli ostacoli fisici che si trovano lungo il percorso delle condutture e 312 scolmatori.
Diverse le tappe di questo cammino. Tra il 2004 e il 2006 sono stati completati il secondo e il terzo lotto di San Colombano, per collegare all’impianto a tutti gli altri territori in riva destra e riva sinistra d’Arno, fino ad arrivare al 2014, quando è entrato in funzione l’Emissario in Riva Sinistra d’Arno. Gli ultimi otto interventi che hanno completato il sistema fognario e depurativo dell’area fiorentina risalgono allo scorso aprile.
La raccolta delle acque reflue in riva destra e sinistra d’Arno
In questo contesto sono due le opere realizzate per rendere possibile il passaggio sotto l’Arno e la Greve:
- il sottoattraversamento dell’Arno, attraverso tre grandi condotte del diametro di 1,4, 1,2 e 0,7 metri per una lunghezza totale di 400 metri, trasporta i reflui dalla riva destra fino a San Colombano in riva sinistra;
- il sottoattraversamento della Greve permette alla grande condotta dell’Emissario in Riva Sinistra d’Arno di passare sotto la Greve e portare quindi i reflui al depuratore.
Sul fronte dei collettori, sono due le condutture principali che raccolgono le acque reflue della rete fognaria della riva destra d’Arno e le convogliano fino all’impianto di depurazione di San Colombano: il collettore fiorentino e la cosiddetta Opera 10.
- il collettore fiorentino è lungo 9,2 chilometri e raccoglie i reflui provenienti dai collettori di un’area di 2.700 ettari per circa 100 mila abitanti equivalenti (Chiesi, Poggi, Macelli, Goricina, Le Piagge, Opera 5 Osmannoro);
- sulla cosiddetta Opera 10 sono invece indirizzate le acque reflue di Calenzano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Signa, una zona di 1.300 ettari e 120.000 abitanti equivalenti.
Dall’altra parte del fiume sono tre i collettori strategici, il più grande dei quali è l’Emissario in riva Sinistra d’Arno (ERSA) completato nel maggio 2014. Lungo 7,4 chilometri e costituito in grandissima parte da condotte di 2 metri di diametro, l’opera ha richiesto un investimento di 71,5 milioni di euro e la bonifica di un’area grande come 15 campi di calcio.
Per quanto riguarda Scandicci una condotta di 3 metri di diametro porta al depuratore di San Colombano i reflui di un territorio di 850 ettari, dove vivono circa 30.000 abitanti equivalenti. Questi interventi hanno liberato dagli scarichi i fossi Stagno, Dogaione, Dogaia e Stagnolo. Più a Ovest, Lastra a Signa non scarica più in Arno e nel Vingone grazie a una serie di collettori per 5 chilometri di lunghezza e 5 sollevamenti (Opera 3), a cui nelle ultime settimane si sono aggiunti altri 2,5 chilometri di condotte fognarie e 4 sollevamenti. In totale queste infrastrutture permettono di raccogliere i reflui di un’area di 192 ettari dove vivono circa 10 mila abitanti equivalenti.
L’area fiorentina e la procedura di infrazione per la depurazione delle acque
Questo complesso sistema di progetti e cantieri ha consentito a 8 comuni dell’area fiorentina di uscire dalla procedura di infrazione europea 2014/2059 per la mancata applicazione della direttiva UE 1991/271 sulla depurazione delle acque reflue . Dal 2019 al 2021 Publiacqua ha investito 52 milioni di euro per eliminare 152 scarichi diretti nell’ambiente, mettendo in regola 11 agglomerati urbani, cui si sono aggiunti 18 milioni di euro per il 2022. Nel primo semestre di quest’anno sono usciti dalla procedura di infrazione altri 16 agglomerati urbani dell’area fiorentina.
Al momento, nel territorio gestito da Publiacqua, restano da terminare gli interventi per 9 agglomerati urbani, le cui situazioni secondo i piani del gestore idrico saranno sanate entro la fine del 2022. Nel dettaglio:
- Pistoia, Impruneta, Rufina, Strada in Chianti (Greve in Chianti) per la procedura di infrazione 2014/2059;
- Castelfranco di Sopra, Dicomano, Reggello, San Casciano Val di Pesa, Mercatale (San Casciano Val di Pesa), per la procedura di infrazione europea 2017/2181.
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