Publiacqua, da sempre impegnata nella lotta contro fenomeni corruttivi e più in generale clientelari, ha deciso di adottare dal gennaio 2021 un sistema di gestione anticorruzione grazie alla certificazione internazionale UNI ISO 37001 del 2016.
Gli strumenti di compliance non sono nuovi per il principale gestore idrico della Toscana, che già da tempo si è dotato di un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001, finalizzato a prevenire i reati applicabili al contesto societario. L’importanza dei sistemi di compliance e la cultura aziendale maturata sulla materia hanno quindi portato nel 2021 a preparare la società per questa certificazione.
La mappatura dei rischi
Il percorso, durato per l’intero 2021 e culminato con l’ottenimento del certificato lo scorso 20 dicembre, ha preso avvio attraverso la mappatura delle potenziali aree di rischio rilevanti a fini corruttivi. Questa prima fase ha visto il coinvolgimento di tutti i comparti aziendali con i quali sono stati svolti diversi incontri, al fine di individuare i processi nei quali si sarebbe potuto annidare il pericolo di pratiche fuori dalle regole.
La mappatura che ne è derivata è quindi andata ad assegnare a ciascuna area di rischio, attraverso un meccanismo di autovalutazione delle singole strutture, un valore numerico, formato attraverso la media di diversi indicatori. Tale parametro rappresenta il “rischio inerente” del singolo processo, ovvero il rischio intrinseco, non trattato attraverso meccanismi di prevenzione.
Da questo valore si è quindi andati a individuare invece il rischio residuo, ossia il grado di rischio che permane anche dopo l’introduzione di meccanismi di prevenzione. Gli strumenti sono i più disparati (procedure, formazione del personale, comunicazione, tracciabilità dei processi), ma si è tentato di coordinarli al massimo con quelli previsti dalla mappatura già esistente per il decreto legislativo 231/2001. Grazie a questa attività si è quindi potuto elaborare una gap analysis, un’analisi relativa alle carenze esistenti nel sistema organizzativo della società in materia di anticorruzione.
Le azioni per la certificazione ISO 37001 di Publiacqua
È qui che prende avvio la seconda fase del percorso di certificazione ISO 37001 di Publiacqua. Sulla base dei gap si è andati ad effettuare tutte quelle operazioni finalizzate alla loro risoluzione, a partire dalla documentazione specifica richiesta dalla norma internazionale, in particolare:
- Politica anticorruzione, documento programmatico di natura generale che definisce gli obiettivi e gli intenti della direzione dell’impresa;
- Manuale anticorruzione, che definisce le regole generali di comportamento e di attuazione della norma nel contesto aziendale;
- Procedura di Due Diligence anticorruzione sulle terze parti, per impedire che la società si ponga in affari con soggetti di dubbia reputazione;
- Procedura di monitoraggio, necessaria per valutare, attraverso una serie di indicatori, il rispetto delle norme aziendali di anticorruzione.
A queste documenti si sommano diverse procedure implementate da Publiacqua per minimizzare i rischi corruttivi che riguardano specifici processi legati alla gestione del sistema idrico. Sono infatti state modificate, per rispondere alla norma, 5 procedure interne già esistente e ne sono state create ex novo ben 16.
Formazione del personale e Whistleblowing
Questi adempimenti sono stati inoltre accompagnati a una massiccia attività di formazione. La certificazione ISO 37001 prevede infatti come punto centrale che il personale sia consapevole dei rischi di corruzione all’interno dell’azienda, per prevenire pratiche fuori dalle regole. È stata infine sviluppata una campagna di comunicazione per sensibilizzare sui temi della legalità e della trasparenza.
Attività particolarmente importanti anche in funzione del sistema di Whistleblowing messo a disposizione da Publiacqua per i propri dipendenti. Si tratta di uno strumento volto a prevenire situazioni di rischio di commissione di reati e a contrastare possibili illeciti, in un’ottica di diffusione della cultura dell’etica e della legalità. Una corretta formazione permette infatti al personale di effettuare segnalazioni rilevanti ed evitare scorrette strumentalizzazioni o errori di valutazione.
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