Una vera e propria trasformazione epocale. È quella che interessa oggi il servizio idrico italiano, chiamato a rispondere a una nuova sfida: fare della transizione digitale la chiave per ridisegnare la gestione dell’acqua, in uno scenario segnato dai cambiamenti climatici, dalla scarsità della risorsa e dalle crescenti esigenze di qualità. Un passaggio che non riguarda più soltanto la tecnologia, ma la capacità del sistema di evolvere verso modelli più intelligenti, trasparenti e adattabili a un contesto in evoluzione. Se ne parlerà a Firenze in occasione del convegno “Water Services Management Evolution: Digital focus”, ospitato all’Auditorium di Sant’Apollonia giovedì 11 dicembre 2025.

Dopo il primo appuntamento a L’Aquila, questa seconda tappa, promossa dall’Associazione Idrotecnica Italiana, e organizzata da Servizi a Rete (network di comunicazione delle utilities italiane impegnate nella gestione del sottosuolo e dei servizi), in collaborazione con Publiacqua e Schneider Electric, si concentrerà sulla digitalizzazione come leva strategica per garantire sostenibilità, efficienza operativa e resilienza del settore.
L’evento fiorentino rappresenta un’occasione di incontro tra gestori, tecnici, ricercatori, amministratori ed esperti, chiamati a interrogarsi su come i modelli delle smart utility possano diventare la base del servizio idrico dei prossimi anni, a partire da esempi concreti provenienti da tutta Italia, e come poter rispondere con tempestività ai mutamenti in atto.
Lo stato di salute del servizio idrico
Dopo anni in cui il settore dell’acqua in Italia ha scontato un gap tecnologico profondo rispetto all’industria dell’energia elettrica e del gas, il comparto negli ultimi tempi si sta rivelando – seppur tra luci e ombre – uno dei più dinamici nel panorama infrastrutturale nazionale, anche grazie ai fondi del PNRR e ai nuovi criteri fissati dall’ARERA per la qualità tecnica, che hanno introdotto tra le altre cose un macro-indicatore relativo alla resilienza idrica (M0). La spinta regolatoria e finanziaria sta infatti accelerando un’evoluzione che per anni è rimasta frammentata e disomogenea, aprendo adesso la strada a un cambio di passo strutturale.

Secondo l’ultimo Libro Bianco “Valore acqua per l’Italia”, i cui dati saranno approfonditi durante l’evento, in Italia il ciclo idrico esteso ha generato nel 2023 un valore aggiunto di 11 miliardi di euro. Il tasso annuo medio di crescita dal 2015 al 2023 si è attestato al +5,5%, un valore superiore alla media della manifattura e all’aggregato a livello nazionale. Segnali che confermano come il settore sia un motore economico sempre più rilevante, capace di attrarre investimenti e innovazione.
Nonostante questo, permangono zone grigie. Se da una parte l’Italia può vantare un’elevata qualità dell’acqua del rubinetto e un buon livello di competenze tecnologiche, dall’altra persistono modelli di sfruttamento della risorsa poco sostenibili e alte perdite economiche legate all’emergenza climatica.
I casi di studio sulla transizione digitale nel settore idrico
L’aumento dei fenomeni meteorologici estremi, la crescente pressione sulle risorse idriche e la richiesta di servizi sempre più trasparenti e affidabili stanno spingendo verso una profonda inversione di rotta. Si sta aprendo una nuova era fatta di sensori intelligenti, dati che dialogano tra loro, manutenzioni che anticipano i guasti e infrastrutture informatiche progettate per resistere ai cyber attacchi. Durante il convegno saranno illustrate esperienze concrete di transizione digitale nel servizio idrico, con un approfondimento specifico sugli investimenti compiuti da Publiacqua, affidato all’intervento di Francesca Mitola, responsabile Efficientamento Reti e Asset Management.

L’azienda toscana negli ultimi 10 anni ha intrapreso un percorso di digitalizzazione, con un’accelerazione più decisa nell’ultimo periodo grazie ai finanziamenti legati alla misura 4.2 del PNRR. All’interno di questo progetto è stata implementata una piattaforma di supporto alle decisioni che permette di “tradurre” i dati operativi in indicazioni strategiche, migliorando la capacità decisionale e la tempestività degli interventi, dal monitoraggio del livello di servizio verso utenti, alla pianificazione efficace dei cantieri, dalla distrettualizzazione delle reti, alla razionalizzazione dei lavori di sostituzione delle condotte.
Tra gli altri “casi di studio” che saranno presentati durante il convegno anche i vantaggi legati agli strumenti di manutenzione predittiva, per anticipare i malfunzionamenti del processo di distribuzione e depurazione, grazie ad algoritmi e nuove tecnologie. E ancora le prospettive aperte dalla modernizzazione dei sistemi di telecontrollo per ottimizzare il ciclo e ridurre le perdite (Uniacque e Consorzio per la Bonifica della Capitanata) e i vantaggi dell’automazione di impianti e processi (Sistemi Salerno – Servizi Idrici). Il programma completo con l’elenco dei relatori è disponibile sul sito serviziarete.it.
Potrebbero interessarti anche…
Publiacqua nella top 10 nazionale per la Qualità contrattuale
Tempi rapidi, accessibilità, chiarezza nella relazione con i cittadini: sono questi i principali parametri con cui in Italia si misura…
Chi determina la tariffa del servizio idrico integrato
Quando arriva la bolletta dell’acqua, può sorgere spontanea una domanda: chi determina veramente la tariffa del servizio idrico integrato? Non…
Perché la tariffa idrica non è uguale in tutta Italia
Paghiamo tutti l’acqua potabile, ma non allo stesso modo. A parità di consumi, famiglie che vivono in città diverse possono…
