Interventi sulla rete dell’acquedotto, lavori sugli impianti di potabilizzazione e di depurazione, opere ridurre per le perdite e per le condotte fognarie. Publiacqua è una delle aziende italiane che ha fatto più investimenti per ammodernare il servizio idrico integrato: in cinque anni, tra il 2018 e 2022, ha aumentato le risorse investite, arrivando a 490 milioni di euro, mentre le tariffe per famiglie e imprese sono rimaste pressoché ferme. Cifre che si avvicinano agli standard europei, mentre nelle altre zone del Belpaese le risorse spese per il settore sono molto minori.
In media, negli oltre 40 Comuni serviti, sono stati investiti ogni anno 98 milioni di euro per un valore complessivo che supera del 9% quanto preventivato dal Piano degli interventi. In totale Publiacqua gestisce 6.910 chilometri di tubature – una rete cresciuta dell’1,84% nel quinquennio -, 3.833 chilometri di fogne (+3,93%), 93 impianti di potabilizzazione e 126 di depurazione, di cui 2 nuove strutture realizzate per il trattamento delle acque reflue a Impruneta e San Casciano Val di Pesa (Firenze).
Il confronto con il resto d’Italia e con la media europea
Ma andiamo a vedere i dettagli. Publiacqua è tra le società del nostro Paese con la maggiore quantità di investimenti sulle infrastrutture, il 37% in più nel 2018 rispetto alla media degli altri gestori e il 18% in più nel 2022. Quest’ultimo dato però sconta una discrepanza: i numeri reali degli investimenti di Publiacqua nel 2022 sono stati confrontati con una media nazionale che prende invece in considerazione le somme pianificate e non le opere effettivamente realizzate.
Se nel 2018 la spesa media per abitante nell’area di Publiacqua è stata di 74 euro contro i 46,60 della media italiana, questa cifra è progressivamente salita fino ai circa 80 euro per abitante del 2022, contro i 62 euro registrati a livello nazionale. La gran parte dei fondi è andata in favore di lavori sugli impianti di potabilizzazione e depurazione. Seguono i cantieri sulla rete idrica e le opere che hanno interessato le condotte fognarie. Si va dall’installazione di nuove tubazioni, ai progetti speciali per la riduzione delle perdite, fino alla depurazione delle acque reflue, che nell’area fiorentina è arrivata a coprire il 99,9% della popolazione, facendo uscire dalla procedura di infrazione europea 8 Comuni dell’hinterland.
Guardando i dati disponibili al 2021, nel nostro Paese gli investimenti pro capite relativi al quinquennio si sono attestati a 38 euro per abitante all’anno, contro i 78 euro della media europea (fonte EUREAU Figures Report 2021 – BlueBook 2023) e ai 72 euro di Publiacqua. Segno che l’azienda è uno dei gestori idrici che più investe in Italia, avvicinandosi ai livelli Ue.
Gli investimenti e le tariffe di Publiacqua
Queste azioni hanno incrementato l’efficienza dell’azienda, contenendo i costi che altrimenti sarebbero andati a influire sulle tariffe pagate da imprese e famiglie. Secondo quanto previsto dalla normativa europea, i gestori del servizio idrico integrato infatti devono recuperare nelle bollette dell’acqua tutto quanto è stato speso. Nonostante tra il 2018 e il 2022 gli investimenti siano aumentati, le tariffe di Publiacqua nello stesso periodo sono rimaste sostanzialmente invariate, crescendo con un tasso molto inferiore a quello dell’inflazione.
Se guardiamo il panorama nazionale i costi di gestione, tra il 2018 e il 2022, hanno pesato sulle bollette per il 70%, mentre per Publiacqua la percentuale si è fermata al 44%. Il restante 56% è andato quindi agli investimenti, contro una media italiana del 30%.
Il progetto speciale per ridurre le perdite
Uno degli investimenti strategici di Publiacqua riguarda i progetti per la diminuzione delle perdite. Dal gennaio 2011 è stato sviluppato un piano di distrettualizzazione delle condutture, al fine di dividere la “ragnatela di tubazioni” in settori distinti dotati di punti di controllo, monitorati da una centrale operativa per i valori della pressione e – in alcuni casi – anche della qualità dell’acqua. Fino ad oggi sono stati creati oltre 340 distretti idrici per un totale di 4.500 chilometri di tubazioni telecontrollate. Tale sistema garantisce una migliore localizzazione di eventuali perdite o malfunzionamenti, con riparazioni mirate, tagliando costi e tempi.
Parallelamente il progetto speciale finanziato dal Pnrr con 50 milioni di euro mira ad abbassare drasticamente la dispersione idrica in 12 Comuni dell’area metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia. Obiettivo: accrescere la digitalizzazione del sistema integrato. Tra le azioni previste ci sono la realizzazione di nuovi distretti idrici; l’implementazione di modelli matematici di simulazione della rete e di tecnologie predittive; la realizzazione di software per il monitoraggio delle performance delle infrastrutture; la riparazione delle perdite e la regolazione delle pressioni; la diffusione della tecnologia di smart metering, con l’installazione di contatori intelligenti che forniscono informazioni in tempo reale sui consumi delle singole utenze e sulle eventuali discrepanze, indizio di possibili falle. L’obiettivo è ridurre le perdite di 23 milioni di metri cubi d’acqua.
Potrebbero interessarti anche…
Di cosa si parlerà a Firenze per il Festival dell’Acqua 2024
In Italia l’acqua del rubinetto è sicura: il 99,1% dei controlli svolti negli ultimi tre anni è risultato in linea…
La fotografia di 25 anni di gestione idrica in Toscana
Alla fine degli anni Novanta i soggetti che si occupavano di gestione idrica in Toscana erano oltre 200, piccoli e…
M0: il nuovo indicatore ARERA per la resilienza idrica
Dal 1° gennaio 2024 l’ARERA ha introdotto nell’ambito della qualità tecnica il nuovo macro-indicatore M0, da una parte per “misurare”…