Una ragnatela formata da migliaia di chilometri di infrastrutture per garantire il corretto smaltimento delle acque reflue. La rete delle fognature è sottoposta a costanti monitoraggi, grazie anche alla tecnologia: le videoispezioni tramite rover, ossia con robot comandati a distanza e dotati di telecamere ad alta risoluzione, permettono di compiere sopralluoghi non invasivi lì dove gli operatori non potrebbero arrivare in altro modo. Ogni anno Publiacqua impiega questa tecnica per “sorvegliare” oltre 30 chilometri di condutture.
Il complesso sistema per la raccolta delle acque reflue
Le fogne servono per raccogliere i liquidi di scarto dei centri urbani (le cosiddette acque reflue) e per drenare l’acqua piovana, indirizzando il flusso verso gli impianti di depurazione. Questo viaggio viene garantito da condotte e collettori che si basano, in genere, sul naturale scorrimento dell’acqua, sfruttando l’effetto della forza di gravità, ma che – a seconda della conformazione del territorio – possono essere completati da impianti di sollevamento. Una volta giunte al depuratore, le acque reflue vengono sottoposte a diverse fasi di trattamento per eliminare le sostanze inquinanti. Infine, la risorsa idrica, depurata e quindi pulita, viene reimmessa nell’ambiente.
Per il funzionamento di un sistema così complesso sono essenziali le buone condizioni della fognatura, che deve essere integra e priva di fenomeni di accumulo dei materiali che potrebbero comprometterne la portata. In questo campo sono previsti pure investimenti finanziati dal Pnrr per garantire l’efficienza delle infrastrutture e renderle adeguate all’impatto dei cambiamenti climatici, con piogge sempre più intense e concentrate nel tempo.
Le videoispezioni delle fognature con robot rover
Publiacqua entra in azione per monitorare lo stato di salute delle fogne in presenza di altri lavori che potrebbero interferire con le strutture o nel caso di segnalazioni di infiltrazioni d’acqua. Spesso però gli addetti si trovano davanti ad ambienti molto angusti, che non consentono controlli da parte del personale “in carne e ossa” o che presentano evidenti rischi di infortuni sul lavoro. La tecnologia fornisce dunque un aiuto grazie all’impiego dei rover.
Resi famosi dalle missioni spaziali in cui sono stati sfruttati per esplorare la superficie della Luna e di Marte, questa tipologia di robot viene impiegata anche nel sottosuolo delle nostre città per le videoispezioni delle fognature. Si tratta di apparecchi di dimensioni modeste, a quattro ruote, dotati di una trazione integrale, con alimentazione elettrica e controllati a distanza grazie a un cavo.
A bordo trasportano tutta la strumentazione utile per rilevare eventuali anomalie grazie a telecamere ad alta risoluzione, illuminazione led e all’occorrenza possono essere installati sensori per il tracciamento. Permettono così di ottenere in tempo reale immagini chiare e dettagliate delle parti interne delle condotte fognarie, facilitando l’individuazione di eventuali crepe, ostruzioni, infiltrazioni, penetrazione di radici e allacciamenti abusivi. Inoltre, i filmati e i dati raccolti vengono sottoposti successivamente a un’approfondita analisi.
Le videoispezioni in Publiacqua
Publiacqua, che in oltre 40 Comuni tra le province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo gestisce anche la rete di fognature , si è dotata di 4 rover per la videoispezione, che vengono gestiti da due squadre di operatori, composte ciascuna da una coppia di persone. Per prima cosa i tecnici individuano il punto di accesso più adatto per introdurre l’attrezzatura, in modo da garantire la massima copertura dell’area di interesse con la minima distanza percorsa dal robot. In seguito, viene preparato il mezzo e testato l’equipaggiamento.
Durante l’ispezione teleguidata le telecamere trasmettono in tempo reale immagini e dati che sono poi sottoposti successivamente a uno studio per comprendere se sono necessari interventi di manutenzione. Negli ultimi anni Publiacqua ha testato anche una soluzione innovativa: l’utilizzo per le videoispezioni di droni che possono volare perfino all’interno di fognature parzialmente allagate, con uno spazio a disposizione di almeno 50 centimetri di diametro.
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