Quando arriva la bolletta dell’acqua, può sorgere spontanea una domanda: chi determina veramente la tariffa del servizio idrico integrato? Non è infatti il gestore a stabilire autonomamente i costi presenti nella fattura, ma un sistema regolatorio multilivello, composto da un livello nazionale ed uno locale, che segue regole precise per garantire trasparenza, sostenibilità e uniformità, a livello nazionale, dei meccanismi di calcolo della tariffa. L’acqua, bene prezioso e pubblico, è al centro di un meccanismo che tiene conto delle particolarità dei singoli territori, delle spese legate alla gestione idrica e degli obiettivi ambientali e sociali.
Da una parte, infatti, l’Autorità di regolazione nazionale, ARERA, definisce criteri omogenei in tutta Italia, dall’altra queste linee guida vengono applicate nel concreto, prendendo in considerazione le caratteristiche delle specifiche zone, grazie ai piani tariffari decisi da Enti pubblici locali, i cosiddetti Enti di Governo d’Ambito (l’Autorità Idrica Toscana, nella nostra regione),legati aun ambito territoriale ottimale.
Le linee guida: il metodo tariffario idrico dell’ARERA
Le metodologie di calcolo generali sono indicate dall’ARERA, l’Autorità nazionale di regolazione per energia, reti e ambiente. Si tratta dell’ente amministrativo indipendente che svolge attività di coordinazione e controllo nei comparti di pubblica utilità come elettricità, gas naturale, ciclo dei rifiuti, telecalore e, appunto, nel settore idrico. Ha il compito di garantire l’efficienza del servizio, dettando standard tecnici e contrattuali che devono essere rispettati dai gestori, la tutela dei soggetti più deboli a livello sociale, la salvaguardia dell’ambiente e l’uso efficiente delle risorse.
L’Authority adegua periodicamente le voci di costo e determina una modalità unificata per il calcolo delle tariffe del servizio idrico integrato, il Metodo Tariffario Idrico (MTI). L’obiettivo è che la tariffa sia equa, trasparente e proporzionata,permettendola copertura dei costi del servizio e la sostenibilità economica della gestione, incentivando il miglioramento continuo del sistema tramite investimenti programmati e tutelando gli utenti, soprattutto i più fragili. L’ultimo aggiornamento del Metodo Tariffario Idrico MTI-4, predisposto con una delibera approvata a fine 2023, copre il periodo 2024-2029 e ha introdotto anche delle novità legate alle sfide ambientali e climatiche.

Chi determina e approva la tariffa del servizio idrico integrato
Per capire chi effettivamente predispone le tariffe, applicando in concreto le linee guida nazionali dell’ARERA, dobbiamo però fare un passo indietro. Per legge i servizi idrici sono organizzati in Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), ossia vaste porzioni di territorio che vengono definite dalle Regioni prendendo in considerazione le caratteristiche dei bacini idrografici e gli aspetti fisici e demografici di una determinata area.
Tutti i comuni della Toscana oggi ricadono in un unico Ambito Territoriale Ottimale e le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato sono affidate a un ente pubblico, l’Autorità Idrica Toscana (di seguito AIT), Ente pubblico regionale rappresentativo di tutti i Comuni toscani. L’assetto è stato stabilito dalla legge regionale 69 del 28 dicembre 2011. Prima di allora esistevano sei diversi Ambiti territoriali toscani, che oggi rappresentano le sei Conferenze Territoriali e che costituiscono l’AIT I, cui confini corrispondono con le delimitazioni dei precedenti ambiti territoriali.
È l’Autorità Idrica a delineare il piano tariffario per ciascuno dei gestori presentinella Regione, a trasmetterlo all’ARERA per l’approvazione definitiva e a monitorarne l’attuazione. In Italia l’acqua, delle falde ma anche quella superficiale, è per legge pubblica e appartiene al demanio dello Stato. Il suo prelievo è quindi subordinato ad autorizzazioni specifiche e gli impianti del servizio idrico sono dati in gestione a società che possono essere pubbliche, private o a maggioranza pubblica. In Toscana sono attive sette aziende: Acque, ASA, Acquedotto del Fiora, Gaia, Geal, Nuove Acque e Publiacqua.

Chi emette la bolletta dell’acqua
In base ai criteri generali stabiliti dall’ARERA, l’AIT determina l’articolazione tariffaria, articolazione che viene pubblicata sui siti dei gestori (qui la sezione del sito di Publiacqua). Sono i gestori ad emettere concretamente la bolletta destinata al singolo utente, l’ultimo anello di questa catena. La fattura deve essere chiara e leggibile, secondo le direttive dell’ARERA, e riportare tutte le informazioni utili: consumi, periodo di riferimento, dettaglio delle componenti.
La bolletta dell’acqua comprende diverse voci: una quota fissa, indipendente dai consumi, e una quota variabile legata ai volumi d’acqua consumati. Per legge, l’utente non paga il “valore” dell’acqua, bensì i costi legati alla gestione di questa preziosa risorsa: il prelievo dall’ambiente, la potabilizzazione, la distribuzione, la rete fognaria e il trattamento delle acque reflue.
I fondi così ottenuti servono a coprire le spese operative, oltre agli investimenti per la manutenzione e per il miglioramento dell’efficienza. Infine, sono conteggiate le componenti tariffarie perequative definite dall’ARERA e le tasse (IVA).
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