Secondo i dati dell’ONU, in tutto il pianeta 9 persone su 100 non hanno accesso a fonti di acqua potabile: si tratta di 663 milioni, tra uomini, donne e bambini, e quasi la metà di questi vive nell’Africa sub-sahariana. Una situazione che è destinata ad aggravarsi per effetto dei cambiamenti climatici, tant’è che il World Economic Forum ha indicato la crisi idrica mondiale come il primo rischio che corre il nostro pianeta, per quanto riguarda l’impatto devastante sulla società. Il momento di agire è adesso “perché oggi abbiamo le risorse per farlo”, ha detto dal palco del TEDxFiesole Ryan Phillips-Page, fondatore e amministratore delegato di Operation Water, non-profit statunitense impegnata a creare infrastrutture idriche sostenibili e con un costo equo, lì dove si muore di sete.
Ryan Phillips-Page, insieme ad altri esperti e leader, è stato uno degli ospiti dell’evento organizzato lo scorso 17 settembre dalla fondazione The Club of Fiesole, il cui scopo è portare avanti un confronto pubblico sugli obiettivi di sostenibilità coinvolgendo le più diverse discipline. In questo percorso un tassello fondamentale è l’accesso all’acqua, come indicato dal sesto obiettivo dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ciò che manca sono investimenti e priorità politiche, ci spiega CEO di Operation Water. “Basti pensare che l’Africa utilizza solo il 5% delle proprie risorse idriche ed è proprio lì che si concentra il 60% della popolazione che non ha accesso all’acqua potabile”.
Qual è quindi la priorità oggi?
Il mondo ha necessità di cambiare e noi abbiamo bisogno di lavorare insieme e ripensare il modo in cui ci coordiniamo con gli altri, come uomini e specie umana. Dobbiamo fare un passo indietro e pensare: “Ok, quello che stiamo portando avanti non è sostenibile, stiamo distruggendo il pianeta: come possiamo agire in modo diverso?”. Penso che TEDxFiesole sia stato organizzato in un momento perfetto: questa è la prima volta nella storia umana che abbiamo le capacità, le tecnologie e le conoscenze per mettere in atto un cambiamento sostenibile. Non potevamo farlo un secolo fa, ma ora possiamo agire subito: penso che questo sia l’inizio della prossima evoluzione dell’umanità.
Cosa sta facendo Operation Water?
Il nostro primo progetto riguarda il Mozambico, dove il 49% della popolazione non ha accesso all’acqua pulita e l’80% dei 30 milioni di abitanti del Paese è costretto a lasciare la propria casa per approvvigionarsi di acqua. Donne e bambini sono costretti ogni giorno a camminare ore e ore con pesanti secchi sulle loro teste. Abbiamo ottenuto la prima e unica concessione per consegnare e vendere acqua potabile, ma per essere sostenibili dobbiamo praticare dei prezzi accessibili. Pagando una tariffa bassa ed equa, la popolazione ripagherà in oltre 30 anni il costo del progetto.
Qual è il vostro ruolo come non-profit?
Lavorare con i governi, coinvolgere le imprese che hanno le migliori tecnologie idriche e convogliare risorse e finanziatori. Potremmo dire che noi siamo degli “agnostici tecnologici”: usiamo qualunque tecnologia sia la migliore per il progetto, ossia con una buona efficienza per portare al più alto numero di persone acqua a un basso costo. Il nostro primo progetto in Mozambico costerà 40 milioni dollari e servirà 600mila persone. Per il futuro stiamo sviluppando un analogo intervento in Angola.
I cambiamenti climatici modificheranno la mappa della crisi idrica mondiale?
Il surriscaldamento globale sta causando lo scioglimento dei ghiacciai: più acqua finisce nei mari, più acqua evapora, maggiori saranno le precipitazioni atmosferiche. Ci sarà una quantità superiore di pioggia, ma la situazione climatica e meteorologica sta cambiando e la pioggia non cadrà più dove cadeva prima. Le comunità che attualmente lottano per l’accesso all’acqua pulita saranno probabilmente quelle che dovranno combattere ancora di più, perché dove si approvvigionano non ci saranno più risorse. Così le persone che sono le più povere e le più disperate sono destinate a soffrire maggiormente.
Perché la crisi idrica mondiale si concentra in Africa, è solo una questione climatica?
Non è tanto per il clima. Ci sono due aspetti. Da una parte i governi non danno priorità agli investimenti per le infrastrutture idriche, manca quindi una volontà politica anche per attirare capitali, dall’altra non ci sono investimenti. Le regole fondamentali della finanza ci dicono che con un alto rischio è possibile avere un alto profitto. Ebbene, per la maggior parte degli investitori l’Africa è un mercato ad alto rischio e quindi si aspettano un alto margine di guadagno. Nel caso dell’acqua però il ritorno monetario che si può ricavare è molto basso e dunque questo settore non è attrattivo per gli investimenti.
Secondo lei quali sono le priorità dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile?
I due pilastri per uno sviluppo sostenibile sono garantire un accesso equo e sostenibile all’acqua e all’elettricità, due aspetti che rappresentano le fondamenta su cui costruire una società giusta. Senza queste due infrastrutture sociali uomini, donne e bambini hanno basse opportunità di sviluppo, la crisi alimentare cresce e la mobilità sociale ed economica è pressoché impossibile. Senza questi due pilastri non esiste progresso e le comunità sono intrappolate in un circolo vizioso di povertà e malattie.
E come arrivare concretamente a raggiungere questi obiettivi?
Abbiamo bisogno di un completo cambiamento di paradigma: gli investitori in una comunità globale devono guardare al ritorno sociale più che a quello economico. Il sistema basato sulla centralità dei soldi sta affondando e sta distruggendo il pianeta: fa sì che i ricchi siano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Servono regole internazionali che obblighino tutte le imprese a seguire le linee guida di governance ambientale, sociale e aziendale. Sebbene meno fruttuoso dal punto di vista dei profitti, il mondo delle aziende sostenibili sarebbe più competitivo. Dobbiamo renderci conto che la pressione a far profitti a tutti i costi è proprio quella che sta devastando l’ambiente, e la crisi idrica mondiale ne è un esempio.
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1 Commento
Anonimo
Evento meritevole e tema di grande importanza per il futuro!