Buona e sicura. Grazie a controlli attuati con una frequenza costante durante tutto il suo percorso e alle analisi dei principali parametri, l’acqua potabile che esce dal rubinetto può assicurare alti standard qualitativi e l’assenza di sostanze e microrganismi nocivi. Le verifiche, eseguite dallo stesso gestore idrico e dall’autorità sanitaria locale (USL), garantiscono che questo prezioso liquido sia idoneo al consumo umano, dalla fonte di approvvigionamento fino al contatore di casa.
Per un’acqua di alta qualità è fondamentale inoltre un’efficiente filiera dei controlli che preveda, accanto ai campionamenti e alle analisi, anche un’attenta valutazione dei rischi potenziali a cui potrebbe essere sottoposto l’intero sistema idrico, in linea con i modelli dell’Organizzazione mondiale della Sanità (i cosiddetti Water Safety Plan).
Cosa significa acqua potabile?
Con il termine acqua potabile si intende la risorsa idrica che può essere destinata al consumo umano, sia per usi alimentari, sia per scopi igienici e domestici, spiega l’Istituto Superiore di Sanità. Se un’acqua viene definita potabile significa che le analisi hanno appurato l’assenza di microrganismi nocivi, parassiti e sostanze chimiche, secondo i parametri e i limiti di concentrazione stabiliti per legge, mentre sono presenti nella giusta quantità gli elementi essenziali per la salute, come i sali minerali.
L’aggettivo “potabile” deriva infatti dal verbo latino poto, che significa bevo. Per definizione quindi l’acqua potabile è un’acqua destinata al consumo umano che può essere bevuta da tutti e per tutta la vita senza rischi per la salute. Al fine di renderla sicura è sottoposta a un processo di potabilizzazione, che grazie a diverse fasi di filtrazione, trattamento e disinfezione, la purifica da eventuali sostanze pericolose: a questo serve ad esempio il cloro, una sostanza disinfettante, di cui sono comunque tenuti sotto osservazione i livelli residui, con un’azione duratura nel tempo fino al rubinetto di casa.
Quali sono i controlli a cui viene sottoposta l’acqua potabile
Per quanto riguarda la normativa, in Italia il principale riferimento è il decreto legislativo del 2 febbraio 2001, numero 31, con cui è stata attuata la direttiva europea 98/83/CE dedicata alla protezione della salute umana dagli effetti negativi che derivano dalla contaminazione delle acque. La legge stabilisce dei requisiti minimi di salubrità e qualità fisica, chimica e microbiologica per l’acqua potabile, con analisi obbligatorie.
Da una parte sono stabiliti dei controlli interni, che ciascun gestore idrico è tenuto a fare, e dall’altra vengono previsti accertamenti esterni, svolti dall’autorità sanitaria locale che predispone un piano annuale dei campionamenti da svolgere in punti di prelievo specifici. In base alle verifiche dell’azienda sanitaria è decisa l’idoneità al consumo umano. In particolare, i campionamenti devono essere effettuati:
- Ai punti di prelievo delle acque superficiali o sotterranee;
- Agli impianti di adduzione, accumulo e potabilizzazione;
- Alle reti di distribuzione.
Analisi obbligatorie dell’acqua potabile: quali sono i parametri e gli indicatori da valutare
In questo contesto l’acqua potabile analizzata deve essere conforme a una serie di parametri microbiologici, chimici e ad alcuni parametri indicatori che non comportano direttamente rischi per la salute umana, ma possono essere degli “indizi” di una variazione della qualità dell’acqua. I metodi di questi esami sono fissati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
In particolare i parametri microbiologici riguardano due tipi di batteri:
- Enterococchi
- Escherichia coli
Sono 28 invece i parametri chimici presi in considerazione:
Acrilammide | Antimonio | Antiparassitari (singola sostanza) | Antiparassitari totale |
Arsenico | Benzene | Benzo(a)pirene | Boro |
Bromato | Cadmio | Cianuro | Clorito |
Cloruro di vinile | Cromo | 1,2-Dicloroetano | Epicloridrina |
Floruro | Idrocarburi policiclici aromatici | Mercurio | Nichel |
Nitrato | Nitrito | Piombo | Rame |
Selenio | Tetracloroetilene e Tricloroetilene | Trialometani | Vanadio |
Infine i parametri indicatori, che di per sé non sono pericolosi per l’uomo, ma la cui variazione entro specifici valori può denotare il peggioramento della qualità dell’acqua, sono:
Alluminio | Ammonio | Batteri coliformi a 37°C |
Carbonio organico totale | Cloruro | Clostridium perfringens (spore comprese) |
Colore | Concentrazione ioni idrogeno (pH) | Conduttività |
Conteggio delle colonie a 22°C | Disinfettante residuo | Durezza |
Ferro | Manganese | Odore |
Ossidabilità | Residuo secco | Sapore |
Sodio | Solfato | Torbidità |
Accanto a questa filiera dei controlli, negli ultimi anni si è lavorato inoltre sui Water Safety Plan, i piani di sicurezza dell’acqua che vengono redatti per ogni singolo sistema idrico. Servono a valutare possibili situazioni di rischio per la filiera dell’acqua potabile e definiscono le conseguenti misure di prevenzione e monitoraggio.
Il laboratorio di analisi di Publiacqua: frequenza e tipo di controlli
In 46 comuni tra Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo, il riscontro della conformità ai limiti di legge, per i vari parametri chimici e microbiologici, è garantito dal laboratorio di analisi di Publiacqua dell’Anconella che assicura test costanti dei campioni di acqua potabile con frequenza giornaliera su una fitta rete di punti di controllo lungo tutto il ciclo dell’acqua: dal prelievo alla potabilizzazione, dalla rete di distribuzione fino alle acque reflue che vengono immesse nell’ambiente dopo la depurazione. Dal 2016 il laboratorio di analisi di Publiacqua ha ottenuto l’accreditamento in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. L’accreditamento è un’attestazione che ACCREDIA, in qualità di Ente di parte terza indipendente, rilascia dopo avere verificato la capacità di operare secondo specifici parametri di competenza tecnica, indipendenza operativa e deontologia professionale che garantiscono l’affidabilità delle prestazioni. Questo ha permesso di ampliare l’attività di questa struttura nei confronti di altri gestori del servizio idrico .
Inoltre, in ogni istante, vengono misurati con strumentazione in continuo i parametri più significativi per la gestione, come il cloro residuo, la torbidità e il pH. Sul fronte delle proprietà organolettiche della risorsa, dal 2003 sono stati introdotti filtri a carbone attivo granulare nella filiera di trattamento, fatto che ha portato a un elevato livello di qualità dell’acqua potabile prodotta e immessa nella rete di distribuzione, anche dal punto di vista del sapore.
I numeri del servizio idrico
Durante tutto il 2021 il laboratorio di Publiacqua ha verificato oltre 296.000 parametri (+2,9% rispetto all’anno precedente), su oltre 8.100 campioni provenienti da più di 1.200 punti di prelievo. Ulteriori test sull’acqua potabile distribuita dal servizio idrico vengono effettuati dall’autorità sanitaria locale, con circa 1.500 campioni prelevati ogni anno dall’azienda Usl in punti di controllo dislocati sull’intero territorio. Tutti i dati sui parametri chimico-fisici e microbiologici sono riportati nella bolletta sotto forma di etichetta dell’acqua, e consultabili sul sito di Publiacqua inserendo l’indirizzo di ogni utenza.
Per quanto riguarda invece la depurazione delle acque reflue, ossia le “acque sporche”, scarto del consumo umano, il laboratorio di Publiacqua nel 2021 ha esaminato 38.000 parametri su oltre 2.800 campioni prelevati in 223 punti prima della reintroduzione nell’ambiente e il 99,9% è risultato conforme ai limiti di legge. L’efficacia degli impianti di depurazione viene monitorata pure dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpat) che esamina i valori delle acque depurate.
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