Si presentano come tecnici, mostrano tesserini e parlano di controlli urgenti all’impianto idrico domestico o ancora comunicano presunte difformità nelle bollette, chiedendo di saldare subito fatture inesistenti. Gli stratagemmi sono i più diversi. Periodicamente Publiacqua riceve segnalazioni di tentate truffe da parte di falsi addetti che, presentandosi di persona o per telefono a nome dell’azienda, tentano di introdursi nelle abitazioni con vari pretesti, per sottrarre denaro e oggetti di valore, oppure cercano di carpire i dati bancari e delle carte di credito.
“In genere per le truffe in abitazione, le vittime sono soggetti vulnerabili, come anziani e persone sole, ma i raggiri telefonici possono riguardare pure gli utenti più giovani e attenti”, mette in guardia il commissario capo Alessio Del Gigia, dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Firenze, che si occupa di controllo del territorio e di pronto intervento.Sapere come agiscono gli impostori e imparare a riconoscere i campanelli di allarme è quindi la prima difesa per evitare di cadere nella trappola. Spesso sono proprio i cittadini, insospettiti dal comportamento dei finti operatori, a chiamare Publiacqua e le forze dell’ordine e a far scattare l’allerta.
Le truffe più comuni: acqua inquinata, contatore rotto e bolletta di Publiacqua da verificare
“Il classico modus operandi per questo tipo di truffe è la visita a domicilio in cui gli impostori avanzano scuse tra le più diverse per farsi aprire, penetrare in casa e, sfruttando un momento di disattenzione, rubare soldi e oggetti di valore”, dice il commissario capo Del Gigia. I malintenzionati si possono presentare alla porta di casa come sedicenti tecnici di Publiacqua o “addetti ai controlli dell’acquedotto”, sostenendo di dover effettuare un prelievo urgente per verificare la qualità dell’acqua del rubinetto. A volte indossano pettorine o mostrano tesserini contraffatti.
Il pretesto può essere ad esempio la presunta presenza di sostanze tossiche nell’acqua del rubinetto,come amianto, mercurio o batteri pericolosi: un diversivo che serve a creare apprensione e senso di urgenza nell’utente. In alcuni casi, il truffatore penetra in casa per effettuare analisi dell’acqua (fasulle) insieme a un complice o una fantomatica lettura del contatore. Mentre il primo distrae la vittima, il secondo sottrae denaro, gioielli e carte di credito.

In altre situazioni, gli imbroglioni convincono i cittadini che è necessario un trattamento di sanificazione dell’appartamento, con sostanze che sono pericolose per la salute e che causano l’ossidazione di argento e oro. Così li persuadono a consegnare denaro e oggetti di valore “per metterli al sicuro” dalle esalazioni. Altre scuse sono presunti malfunzionamenti del contatore dell’acqua, perdite dalle tubature, guasti o ancora il controllo dei costi in bolletta con richieste di pagamenti immediati.
Telefonate fasulle: per guasti, rimborsi e addolcitori d’acqua
Un’altra variante è rappresentata dalle truffe telefoniche: i malintenzionati contattano i cittadini spacciandosi per personale del servizio clienti di Publiacqua oppure a nome di una generica “azienda dell’acquedotto”. Con tono cortese ma deciso, affermano che c’è un problema all’impianto idrico di casa, un rimborso da ottenere in brevissimo tempo o un aggiornamento contrattuale da gestire e chiedono dati personali o bancari per pagamenti immediati in modo da evitare multe e ulteriori costi.
Talvolta le chiamate sono seguite da visite di finti tecnici “mandati per risolvere la situazione” o per installare apparecchi come addolcitori di acqua. Tutte truffe: Publiacqua non fornisce depuratori domestici.

Come riconoscere una truffa
Esistono dunque dei segnali che devono far scattare l’allarme. Il primo aspetto è il senso di urgenza: spesso vengono utilizzati toni allarmanti, gli imbroglioni si presentano all’improvviso, con un comportamento pressante. Va tenuto presente, infatti, che il (vero) personale dell’azienda di gestione idrica non chiede mai di entrare in casa.
“Un altro aspetto che deve metterci in guardia è l’assenza di un avvertimento preventivo – sottolinea il commissario capo Alessio Del Gigia –. Gli interventi di tecnici specializzati sono sempre preceduti da avvisi ufficiali delle aziende o dello stesso amministratore di condominio. Nel caso di emergenze, sul posto si recano anche altri soggetti, ad esempio vigili del fuoco e forze dell’ordine. Per quanto riguarda le richieste telefoniche di soldi, che si riscontrano pure nelle truffe dei “falsi incidenti” occorsi ai figli, ciò che deve insospettire il cittadino è la richiesta di un pagamento immediato, senza alcuna comunicazione scritta”. Inoltre, nessun tecnico di Publiacqua è autorizzato a riscuotere denaro a domicilio, chiedere dati personali, codici bancari e tantomeno numeri di carte di credito.
Cosa fare in caso di truffe: chiamare Publiacqua e il 112
Se si sospetta un tentativo di frode è bene mantenere la calma, non aprire la porta, non fornire informazioni e chiamare le forze dell’ordine. “Se emerge qualche elemento sospetto è bene agire subito e comporre il 112, senza avere paura di fare una ‘brutta figura’– fa notare Del Gigia – può essere un falso allarme, ma in molti casi la telefonata evita il raggiro, perché nel frattempo l’impostore si è dato alla fuga, e soprattutto mette in allerta le forze di polizia con la possibilità di individuare il malfattore”.

Nell’eventualità di dubbi sull’identità del personale che si è presentato alla propria porta o sulle informazioni fornite da un fantomatico servizio clienti che si rivolge direttamente al cittadino è possibile anche contattare il numero verde di Publiacqua (800 893 585 e 800 314 314 per i guasti). L’azienda è costantemente impegnata in campagne di sensibilizzazione contro le truffe, diffondendo messaggi attraverso i canali ufficiali, i media locali e i social network.
Infine, se si è vittima di una truffa è sempre importante denunciare, afferma il commissario capo: “Le statistiche ci dicono che alcuni soggetti per vergogna non riportano il fatto alle autorità competenti. Non denunciare però vuol dire permettere a questi impostori di farla franca e di colpire di nuovo, approfittando della fiducia delle persone”.
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