L’acqua, il bene più prezioso, pura e trasparente. Ma in realtà trasparenza e purezza sono due concetti ben diversi ed è importante sapere che sono molte le componenti che la compongono e che ne determinano le caratteristiche. Per questo è essenziale imparare a leggere l’etichetta di qualità dell’acqua, che consente di capire cosa contiene questo liquido così essenziale, dal sodio alle altre sostanze, fino al calcio e al magnesio che ne determinano la durezza.
Etichetta dell’acqua, come trovare quella del rubinetto
Verrebbe da pensare che questo può essere valido per l’acqua in bottiglia, con la fascetta applicata al contenitore e ben in evidenza, ma le stesse informazioni, anzi più aggiornate, sono disponibili anche per ciò che sgorga dal rubinetto di casa. Un sistema per consultare questi dati esiste ed è molto più semplice di quel che si possa pensare.
Le principali società di gestione idrica, che effettuano controlli di qualità sull’acqua, mettono a disposizione sui loro portali tutti i dettagli. In 46 comuni tra Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo è sufficiente accedere al sito di Publiacqua e inserire il nome della città dove si vive e il proprio indirizzo: in questo modo sarà possibile visualizzare l’etichetta virtuale dell’acqua distribuita e le principali fonti di approvvigionamento.
Acqua, tutte le componenti dalla a alla z
Ora che si è scoperto come fare per trovare l’etichetta, bisogna imparare a leggerne i contenuti. Ecco, dunque, un breve vademecum per districarsi tra componenti e parametri. Bisogna tenere in considerazione che le acque non sono tutte uguali, ognuna ha caratteristiche specifiche e diverse che dipendono dalla sorgente di provenienza e dalla tipologia del terreno. A livello nazionale sono stati identificati i seguenti componenti di cui i gestori devono pubblicare i valori rilevati dalle analisi effettuate sulla qualità dell’acqua:
- pH
- Residuo Fisso
- Conducibilità elettrica
- Alcalinità
- Durezza
- Calcio
- Magnesio
- Sodio
- Potassio
- Nitrati
- Nitriti
- Ammonio
- Cloruri
- Fluoruri
- Solfati
- Cloro residuo
- Arsenio
- Manganese
Le caratteristiche dell’acqua: come leggere l’etichetta di qualità
Il primo parametro da tenere in considerazione è il pH, che indica quanto un’acqua è acida o basica: il valore indicato in normativa è compreso tra 6,5, caratteristico di acque acide e 9,5 corrispondente ad acque basiche. A seguire c’è il residuo fisso, ovvero il contenuto di sali minerali, espresso in milligrammi per litro.
Le acque sono classificate in base al valore del residuo fisso che va da minimamente mineralizzate (< 50 mg/l), ovvero povere di sali minerali a oligominerali (<500 mg/l) fino a minerali (con residuo fisso compreso tra 500 e 1000 mg/l) a ricche di sali minerali ( > 1500 mg/l). Un’altra caratteristica da tenere bene a mente per leggere nel modo corretto le etichette di qualità dell’acqua è la conducibilità elettrica ossia la capacità di condurre corrente elettrica. E ancora, l’alcalinità, ovvero il contenuto in carbonati e bicarbonati, prevalentemente di calcio e magnesio.
La durezza, il sodio e il potassio
Con il termine durezza si intende il contenuto in sali di calcio e di magnesio. Altra componente essenziale è, per l’appunto, il calcio, il minerale più diffuso nell’organismo, elemento indispensabile alla vita. Con l’acqua si apporta un contributo fondamentale al fabbisogno quotidiano di calcio. Un altro elemento indispensabile contenuto nell’acqua è il magnesio, che entra a far parte dei sistemi metabolici ed interagisce con molti ormoni e fattori di crescita.
Da non dimenticare il sodio, molto importante per il metabolismo, che serve al mantenimento del bilancio idrico, e il potassio, che entra nelle reazioni cellulari e aiuta nella conducibilità degli stimoli al sistema nervoso.
Valori da tenere sotto controllo quando si legge l’etichetta dell’acqua
Ci sono poi i nitrati e i nitriti. I primi sono presenti nelle acque sia per effetto di fenomeni naturali che come conseguenza delle attività dell’uomo, come per esempio l’uso di fertilizzanti o l’infiltrazione di acque di scolo. I secondi sono composti della degradazione dei nitrati ad opera di batteri. Hanno un limite normativo molto basso (pari a 0,10 mg/l) perché possono essere dannosi per la salute.
I livelli di ammonio – che può essere di origine geologica, ma può trovarsi nell’acqua perché l’ammoniaca è usata come fertilizzante – non devono essere superiori a 0,5mg/l mentre quelli di cloruri, che contribuiscono all’attività osmotica dei fluidi cellulari, non devono superare i 250mg/l. Stessa cosa vale per i fluoruri, la cui concentrazione massima è fissata a 1,50 mg/l poiché concentrazioni elevate, se ingerite per lungo tempo, possono causare la fluorosi, che ha effetti negativi a carico dei denti e delle ossa.
I solfati non presentano effetti negativi sulla salute alle concentrazioni alle quali si trovano nell’acqua potabile (valore massimo 250mg/l). L’indicazione, all’interno dell’etichetta, del cloro residuo, significa che l’acqua ha subito un processo di disinfezione che ne garantisce la sicurezza da un punto di vista microbiologico.
Infine, all’interno dell’acqua si possono anche trovare tracce di altre sostanze come, ad esempio, manganese, uno dei più abbondanti metalli presenti nella crosta terrestre, il cui valore limite nelle acque è fissato in 50 microgrammi/litro.
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