Migliora la qualità dell’acqua del rubinetto, calano le perdite e il sistema fognario è sempre più adeguato. Tutti risultati che sono legati a una crescita degli investimenti nel settore idrico italiano, aumentati negli ultimi quattro anni con una media del 48%. Le regioni più virtuose sono quelle del Centro, dove i gestori hanno pianificato per l’anno in corso stanziamenti che superano di gran lunga gli 80 euro ad abitante, con punte sopra i 90 euro in Toscana. Una somma, quest’ultima, in linea con i dati europei. A dirlo è il dossier curato da Utilitalia – la federazione delle aziende che operano nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas – presentato in occasione di “H2O Utilities Forum 2023” di Verona, evento incentrato sui temi della tutela della risorsa.
L’indagine di Utilitalia sui gestori idrici
A finire sotto la lente di ingrandimento è stata prima di tutto la qualità tecnica del servizio idrico tra il 2018 e il 2021, quel complesso di indicatori che valuta gli sforzi delle singole aziende del settore per diminuire l’impatto sull’ambiente, migliorare la sicurezza della risorsa e garantire la continuità del servizio idrico alla popolazione, grazie ad investimenti sulla rete e sulle infrastrutture. Per questi aspetti, l’indagine di Utilitalia ha preso in considerazione un campione di 38 gestori, tra cui anche Publiacqua, che nel 2021 servivano un bacino di circa 27,8 milioni di abitanti, quasi la metà della popolazione residente nel paese (47%).
Le più rappresentate sono le aziende del Centro Italia (il panel analizzato – 14 società – serve circa l’81% della popolazione residente nell’area) e del Nord (il 50% del campione totale analizzata, 19 società che servono il 41% della popolazione residente in quest’area geografica del paese), mentre il numero di gestori del Sud è il più limitato. Questo aspetto ha influito in particolare sulle rilevazioni relative alle perdite d’acqua, visto che il Meridione è l’area dove questo problema ha un impatto maggiore.
La qualità tecnica di Publiacqua
Per quanto riguarda la qualità della risorsa potabile, i dati di Publiacqua (2021, gli ultimi cui si riferisce la rilevazione) sono migliori della media: il 99,03% dei campioni è risultato conforme ai limiti fissati dalla legge (contro il 97,88% della media italiana e il 97,37% del Centro Italia), mentre il tasso dei parametri conformi si è attestato al 99,91% (99,89% per l’Italia, 99,82% per il Centro). Il dato di qualità dell’acqua erogata è evidenziato anche dall’incidenza delle ordinanze di non potabilità (indice che tiene conto della popolazione coinvolta da ordinanze e durata delle stesse sul totale di utenti serviti): nei territori gestiti da Publiacqua l’indice si è fermato allo 0,0001%, contro valori decisamente più elevati per la media nazionale(0,03%) e dell’Italia centrale (0,0738%).
Ottima anche la situazione relativa all’adeguatezza del sistema fognario gestito da Publiacqua, con una minore frequenza di allagamenti e sversamenti per km di rete gestita rispetto alla media nazionale e sovraregionale, e una percentuale di scaricatori di piena non adeguati inferiore a quella registrabile negli altri territori nazionali. Nel primo caso l’indice annuo di Publiacqua è pari all’1,87 contro il 5,83 dell’Italia centrale e il 5,58 della media nazionale. Nel secondo caso la forbice tra Publiacqua e il resto del paese sale decisamente. La percentuale di scolmatori non adeguati si ferma allo 0,6% nel caso di Publiacqua contro il 20% e il 14,9% rispettivamente a livello di Italia centrale e media nazionale. Sul fronte dei reflui, l’acqua depurata dagli impianti di Publiacqua ha una qualità più alta rispetto a quanto succede nel resto d’Italia e nelle altre regioni del Centro (soltanto il 3,81% dei campioni è risultato sopra i limiti, contro il 4,1% del Centro Italia e l’8,3% nazionale), mentre solo per il 6,91% dei fanghi prodotti è stato necessario lo smaltimento in discarica come rifiuto speciale (la media italiana si attesta al 8,9%, quella del Centro al 10,1%).
Continuità e perdite del servizio
Anche per quanto attiene la capacità di garantire la continuità del servizio, misurata in durata delle interruzioni del servizio per utenti impattati sul totale degli utenti serviti, gli indici analizzati da Utilitalia evidenziano le migliori performance di Publiacqua (7,81) rispetto al dato del centro Italia (21,21) e della media italiana (19,2). Le perdite idriche lineari evidenziano l’unico dato dove la media nazionale (19,2 mc/gg/km; sottostimata presumibilmente per la bassa rappresentatività nella ricerca delle imprese del sud, dove il fenomeno della dispersione è più marcato) risulta migliore rispetto a quello di Publiacqua (20,29 mc/gg/km). Il dato del centro Italia è viceversa leggermente superiore (21,21 mc/gg/km) a quello registrato dal gestore toscano che, su questa tematica, ottenuto un importante finanziamento dal PNRR, investirà fino al 2025 circa 65 milioni di euro per recuperare oltre 23,5 milioni di mc di risorsa.
Gli investimenti nel settore idrico italiano
Utilitalia ha inoltre valutato il livello di investimenti nel settore idrico confrontando i dati 2020-2023 di 47 gestori italiani, che servono il 47,5% della popolazione, percentuale che sale al 50,8% se prendiamo in considerazione esclusivamente il Centro Italia. Confrontando i numeri dell’indagine con quelli di Publiacqua, si osserva la maggiore capacità di investimento del gestore toscano durante il quadriennio. I dati delle società italiane intervistate vanno infatti di 60 euro abitante investiti nel 2020 ai 65 €/ab del 2021 e ai valori pianificati di 71 €/ab nel 2022 e di 89 €/ab euro nel 2023. Negli stessi anni Publiacqua investe 77 €/ab (2020), 85 €/ab (2021), 79 €/ab (2022). Numeri in linea con i livelli di investimento dei Paesi europei. Per dati disponibili al 2021, in Italia gli investimenti pro capite relativi a una media quinquennale, sono 38 euro per abitante all’anno, contro i 78 euro della media europea (dati EUREAU Figures Report 2021 – BlueBook 2023). Nello stesso periodo la media degli investimenti di Publiacqua è stata di 72 euro per abitante che la conferma come una delle aziende che più investe a livello nazionale.
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