“Le parole sono importanti” recitava Nanni Moretti in una delle scene più celebri del film Palombella Rossa, e un linguaggio inclusivo lo è ancora di più, verrebbe da aggiungere oggi. Sì, perché il linguaggio, inteso come forma di comunicazione, rappresenta la facoltà che più di ogni altra distingue gli esseri umani dalle altre specie, eppure talvolta può sminuire, offendere, denigrare o escludere, anche quando non c’è intenzionalità. Per questo l’utilizzo di un lessico non discriminatorio rappresenta il primo passo verso l’inizio di ogni relazione, è una forma di rispetto ed esprime la volontà di includere l’altro in ogni contesto: a casa, a scuola, sul posto di lavoro.
La cultura di un linguaggio inclusivo è sempre più importante
Federico Fellini, per citare un altro maestro della cinematografia italiana, diceva “Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita”: riconoscere le diversità, rispettarle e sapersi rivolgere a tutte le persone con le parole e gli atteggiamenti corretti è il modo migliore per fare in modo che gli altri si sentano inclusi, compresi. La cultura del linguaggio corretto, inclusivo e gentile contraddistingue le organizzazioni moderne che dimostrano un’attitudine sempre maggiore al miglioramento delle proprie attività – e ne è una dimostrazione il successo delle iniziative dedicate alla gentilezza e le occasioni in cui sempre più si insiste su quanto questi temi siano centrali nel creare e nel mantenere i rapporti con l’altro da sé – creando a loro volta una vera e propria rete virtuosa.
Dalle direttive delle Nazioni Unite alle aziende
Il linguaggio inclusivo sta diventando sempre più tema all’ordine del giorno, se ne parla all’università, se ne parla a scuola, se ne parla nelle aziende. Le Nazioni Unite hanno redatto delle direttive per favorire l’uso di un linguaggio inclusivo rispetto al genere per le sei lingue ufficiali ovvero l’inglese, il cinese, il russo, lo spagnolo, l’arabo, francese. Queste direttive, pur rimanendo nel perimetro del linguaggio abituale, invitato a adottare tre strategie:
- evitare espressioni discriminatorie
- esplicitare il genere, anche utilizzando il genere doppio, anziché usare il maschile esteso (ad esempio: “ragazzi e ragazze” anziché “ragazzi”)
- non enfatizzare il genere quando non è necessario
Ma il genere non è l’unico tema di dibattito riguardo al linguaggio inclusivo. Si potrebbe infatti dire che il linguaggio inclusivo dovrebbe essere una prassi da adottare sempre, al fine di realizzare forme di comunicazione – non solo scritte o orali – che sappiano rappresentare tutte le sfere del vivere sociale, evitando le distinzioni di sesso, origine, colore della pelle, disabilità, orientamento sessuale, preferenze politiche e così via.
Il corso sul linguaggio inclusivo
Per questo Publiacqua, tra i primi gestori del servizio idrico in Toscana ad aver iniziato a lavorare su progetti di questo genere dal 2021, ha intrapreso un percorso per introdurre all’interno dell’azienda ‘’La Cultura dell’inclusione” che accoglie e valorizza tutte le diversità. Un percorso formativo – sviluppato dal dipartimento Diversity and Inclusion – che possa fornire gli strumenti per riconoscere e contrastare gli usi discriminatori della parola, sia nel linguaggio verbale sia in quello non verbale, e promuovere un linguaggio che non favorisca in alcun modo discriminazioni in senso diretto ed indiretto.
Il percorso formativo – che verrà concluso entro il mese di dicembre coinvolgendo oltre 650 persone sul territorio gestito da Publiacqua, stimando un interesse dei dipendenti che arriva all’89% – si articola in quattro net class on line e vede trattare argomenti svariati e puntuali, come le aziende inclusive, il confronto tra generazioni, le etichette e gli stereotipi, ma anche un vademecum su come costruire un linguaggio inclusivo, un approfondimento sul linguaggio di genere e ancora sulla comunicazione empatica, sull’ascolto inclusivo, la proattività, le riunioni e la leadership, così da tratteggiare i contorni della vision e della mission di un’azienda sempre più inclusiva.
Publiacqua ha anche terminato un percorso formativo relativo alla Leadership inclusiva dove i manager si sono formati e confrontati sulle tematiche della D&I, approfondendo gli impatti, positivi, sociali e di business che una cultura dell’inclusione può avere sulle organizzazioni.
Potrebbero interessarti anche…
La promozione della salute si fa anche sui luoghi di lavoro
Ambienti lavorativi sicuri, grazie alla prevenzione delle malattie professionali e alla riduzione dei fattori di rischio di infortunio, ma anche…
Un percorso sicuro per controllare la diga della Calvanella
Corridoi angusti, scale ripide rese scivolose dall’umidità, spazi ristretti che consentono il passaggio di una persona alla volta e complicano…
App uomo a terra: un braccialetto per la sicurezza sul lavoro
In caso di infortunio l’allarme parte in automatico. È l’app “uomo a terra”, collegata allo smartphone e a un braccialetto…