L’acqua è un’importante fonte di sali minerali e tra i principali elementi che contiene c’è anche il potassio. Si tratta di uno degli elettroliti presenti in quantità elevata nel nostro organismo, ossia minerali dotati di una carica elettrica quando sono disciolti in liquidi corporei come il sangue. Questo macronutriente è prezioso, perché necessario per il normale funzionamento delle cellule, dei nervi e dei muscoli.
A cosa serve il potassio: le proprietà
Il potassio è un oligoelemento essenziale per l’organismo umano, che il nostro corpo non può sintetizzare: è importante quindi la sua presenza nella dieta quotidiana, nei cibi come nell’acqua che beviamo. Indicato con il simbolo chimico K, si trova al 95% nei fluidi intracellulari e in minima parte in quelli extracellulari. Nel corpo di un adulto in media ne sono presenti circa 110-140 grammi e la sua quantità è direttamente proporzionale alla massa cellulare. Per questo motivo, il potassio è un indice che entra in gioco quando viene stimata la massa magra di un individuo.
La funzione del potassio è strettamente legata al sodio, altro elemento contenuto nell’acqua potabile. Nel dettaglio, è coinvolto nell’attività dei muscoli scheletrici, nella contrazione del cuore, nella trasmissione degli stimoli nervosi, nella regolazione naturale della pressione del sangue, nella produzione dell’acido cloridrico all’interno dello stomaco e nel processo della ritenzione idrica. Una carenza importante di potassio – generalmente provocata da una perdita eccessiva di liquidi, ad esempio per vomito o diarrea – può causare tra le altre cose debolezza muscolare, crampi, spasmi e alterazioni del ritmo cardiaco. Una lieve riduzione dei suoi livelli nel sangue invece non genera particolari sintomi.
Acqua potabile ricca o povera di potassio
Il potassio presente nell’acqua potabile proviene per lo più dai silicati di rocce magmatiche o argillose, che si trovano nel sottosuolo, in fiumi e laghi. Che sia del rubinetto o in bottiglia, l’acqua che beviamo contiene generalmente basse quantità di potassio e la legge non fissa limiti per la sua concentrazione nell’acqua potabile, come invece succede per altri aspetti. Secondo le stime del Ministero della Salute nelle grandi città italiane le concentrazioni di potassio nella risorsa idrica distribuita dagli acquedotti variano di norma da un minimo di 0,4 milligrammi per litro a un massimo di 23 mg/L. Per quanto riguarda Publiacqua, l’etichetta dell’acqua – che comprende oltre 40 parametri diversi, tra cui il sodio, il magnesio e la durezza – può essere controllata direttamente sul portale del gestore idrico, nella sezione “Acqua e territorio”, in base all’ indirizzo dell’utenza.
In quali alimenti è presente
Il fabbisogno giornaliero medio di potassio, stimato in circa 3 grammi per un adulto in salute e normopeso, può essere facilmente garantito da una dieta varia ed equilibrata, visto che questo elemento è contenuto in quasi tutti i cibi. L’acqua, come detto, ne ha una minima percentuale, mentre gli alimenti più ricchi di potassio sono i legumi secchi (ad esempio fagioli e piselli), la frutta secca (noci, nocciole, mandorle, ecc.), gli asparagi, le patate, i cavoli, i carciofi, gli spinaci, le banane, le albicocche, l’avocado, il ribes e i kiwi. Meglio preferire cibi freschi e poco lavorati, perché l’eventuale manipolazione potrebbe influire sulla concentrazione di potassio, basti pensare che la cottura fa perdere circa un terzo del minerale.
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