In momenti di caldo asfissiante, il tè freddo fatto in casa è un utile aiuto contro l’afa, per rinfrescare il corpo e idratarlo, parallelamente a un buon apporto di acqua, che resta sempre il liquido più dissetante. A differenza dei prodotti confezionati, le ricette “casalinghe” dell’ice tea permettono di tenere sott’occhio tutti gli ingredienti, ridurre la quantità di zucchero presente, sperimentare varietà diverse di tè (ad esempio quello verde, dalle proprietà antiossidanti) e di scegliere tisane e infusi di qualità. L’aggiunta di erbe aromatiche, frutta o spezie, dalla menta allo zenzero, dal limone alla pesca, dà un tocco di gusto in più.
Per preparare da soli questo drink estivo, esistono quattro strade, ecco me farlo: il procedimento classico a caldo con la consueta infusione bollente e il successivo raffreddamento; quello “shakerato”, fatto sfruttando cubetti di ghiaccio; il metodo cinese a freddo che invece permette al tè di rilasciare le sue essenze in tempi più lunghi e infine la tecnica koridashi giapponese, un infuso per cui è necessario un pizzico di pazienza.
Chi ha inventato il tè freddo?
Comunemente la nascita del tè freddo viene fatta risalire all’Esposizione universale di Saint Louis del 1904, negli Stati Uniti. Il mercante britannico di tè Richard Blechynden è considerato il “padre” dell’ice tea, per aver diffuso questa bevanda: durante la fiera mondiale, che si svolgeva proprio in un periodo particolarmente torrido, il commerciante presentò la novità sostenendo che la bibita a base di tè freddo sarebbe stata più redditizia dell’omologo caldo. E in effetti durante l’evento vi fu un alto gradimento.
In realtà per trovare una delle prime ricette del tè freddo fatto in casa bisogna tornare indietro fino agli anni Settanta del XVIII secolo, qualche decennio dopo l’invenzione del ghiaccio artificiale. Nel 1877 Marion Cabell Tyree, nel libro di cucina americano “Housekeeping in Old Virginia”, suggeriva di mettere in infusione in mezzo litro di acqua calda due cucchiai di foglie di tè verde e, dopo aver filtrato il tutto, di aggiungere ghiaccio e zucchero. Si trattava però di un prodotto di nicchia. La visibilità internazionale arrivò appunto all’inizio del Novecento durante la fiera di Saint Louis. In seguito, nella seconda metà del secolo, l’idea riscosse un grande successo sul mercato quando un celebre marchio scozzese avviò la produzione industriale di tè freddo e bustine da infusione per farlo direttamente a casa.
Il metodo classico a caldo e quello “shakerato”
Prima di spiegare come preparare il tè freddo a casa, c’è un doveroso appunto da fare. La qualità della bibita dipende infatti dalla materia prima che viene impiegata. È preferibile usare tè sfuso in foglie di alta qualità e il sapore dell’acqua utilizzata influirà sul risultato finale.
Il metodo classico prevede l’infusione a caldo. A livello generale sono sufficienti 20 grammi di foglie per un litro di acqua, con questi tempi:
- 4-5 minuti a 90 gradi per i tè neri;
- 10 minuti a 90 gradi per gli infusi di frutta;
- 2-3 minuti a 70-80°C per i tè verdi, in modo tale da non “bruciare” le proprietà benefiche.
Il preparato va fatto raffreddare e messo in frigorifero.
Pure la tecnica “shaken” si basa sull’infusione a caldo, con qualche differenza. La proporzione è di circa 20 grammi di foglie per mezzo litro di acqua, in modo da ottenere un sapore più intenso. Una volta pronto, il tè viene versato su 10-12 cubetti di ghiaccio e shakerato finché questi non si sciolgono totalmente. Così la bevanda si raffredda velocemente. C’è chi sfrutta lo stesso stratagemma anche per fare il “matcha latte” freddo, unendo al celebre tè giapponese in polvere del latte (di mucca o vegetale, di soia o riso).
A casa possiamo optare per un tè freddo più salutare, senza zucchero, ma c’è un aspetto da tenere in considerazione. Senza un dolcificante, dopo poche ore acquisterà un sentore amaro, che può risultare sgradevole a chi non è amante del sapore del tè al naturale. Per smussare questo carattere pungente è possibile aggiungere zucchero bianco o di canna.
I metodi di infusione cinesi e giapponesi per fare il tè freddo a casa (con meno teina)
Nelle giornate roventi, accendere i fornelli può essere un’impresa. Accanto al procedimento a caldo, esistono due tecniche di origine orientale che prevedono l’infusione a freddo, in modo da creare un tè ghiacciato delicato al palato e dal colore chiaro. Una soluzione simile a quella utilizzata per l’acqua aromatizzata.
Seguendo il metodo cinese, in una brocca versiamo un litro e mezzo di acqua fredda e poi aggiungiamo circa 3 cucchiai di foglie di tè (può essere verde, nero o rosso). La dose raddoppia se stiamo usando infusi alla frutta o tisane. Il tutto va fatto riposare in frigo per una notte, in modo che lentamente il tè liberi i suoi aromi. La mattina dopo basterà filtrare e dolcificare a piacere, anche se il liquido ottenuto sarà meno amaro di quello “a caldo” e con una minor quantità di teina.
Un altro metodo a freddo è quello giapponese koridashi, ottimo per i tè pregiati che provengono dal Paese nipponico. È sufficiente disporre a strati, in un bicchiere o in una ciotola, 4 grammi di foglie di tè e circa 8 cubetti di ghiaccio. Tutto a temperatura ambiente. Con il tempo il ghiaccio fonderà e lentamente le foglie rilasceranno le loro essenze. Una tecnica da veri intenditori per una bevanda molto leggera e delicata, priva di note astringenti. È necessaria però un po’ di pazienza, perfino 2-3 ore. Secondo la tradizione giapponese, questo espediente lascia il tempo di riflettere, di meditare e di parlare con il proprio ospite.
Consigli per la conservazione del tè freddo (e per servirlo)
Per arricchire il tè freddo fatto in casa, un trucco è aggiungere pezzetti di frutta o erbe aromatiche, come la menta per donare un tocco rinfrescante o lo zenzero per dare un carattere “frizzante”. Nel caso si usi tè nero, l’abbinamento perfetto è con i frutti rossi, come fragole o lamponi, mentre il tè verde ben si sposa con pesca e albicocca. Attenzione però: per preparare a casa il classico tè freddo al limone o alla pesca, che sia gradevole al palato come quello di bar o supermercati, non basterà solo aggiungere fettine di frutta. Bisognerà creare uno sciroppo di limone o di pesca, da unire poi all’infusione.
Una volta pronto, il tè freddo va conservato al fresco nel frigo di casa, in contenitori ermetici, per evitare l’assorbimento dell’aroma di altri alimenti. È preferibile consumarlo entro 2-3 giorni circa (1 o 2 giorni se sono presenti pezzi di frutta). Per portarlo con sé in spiaggia, nel parco o al lavoro, le borracce termiche sono utili perché aiutano a mantenere intatte le caratteristiche organolettiche del prodotto.
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