Digitalizzazione, tecnologie smart, sostenibilità e cybersecurity. Sono questi i quattro trend per il futuro delle aziende di servizio italiane, che guardano al domani puntando sull’innovazione. A dirlo è l’ultima analisi Top Utility incentrata su 100 delle maggiori società dei servizi di pubblica utilità, che da sole coprono oltre il 50% del mercato elettrico e del gas, circa il 60% del settore idrico e il 40% della gestione dei rifiuti. La decima edizione dello studio, condotto dalla società di consulenza Althesys in collaborazione con Utilitalia, è stata presentata a fine febbraio 2022.
Dall’analisi emerge che – nonostante la pandemia abbia segnato uno spartiacque anche in questo settore – le utility italiane hanno “tenuto” durante i periodi peggiori dell’emergenza Covid, come durante il 2020 quando i consumi energetici hanno visto un crollo del 16% rispetto all’anno precedente. Anzi, l’emergenza sanitaria ha avuto una funzione di acceleratore per la digitalizzazione, con 287 milioni di euro di investimenti delle utility durante il 2020 in questo ambito innovativo. E adesso le risorse messe in campo dal Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, aprono nuove opportunità per migliorare i servizi e rendere più efficienti le reti.
Utenti e servizi digitali innovativi
In generale, quasi 7 utility su 10 affermano che il budget per la digitalizzazione è destinato ad aumentare nei prossimi tre anni. Sono soprattutto le imprese più grandi a investire maggiormente nell’innovazione e nelle nuove tecnologie, a partire da quelle che riguardano da vicino ogni singolo utente. L’84% delle aziende prese in esame si è dotato di strumenti per il cosiddetto smart metering, ossia contatori elettronici che consentono la tele-lettura e la tele-gestione. Si tratta di utili apparecchiature che oltre a mettere a disposizione dati reali per la fatturazione, velocizzano le attività legate alla singola utenza (ad esempio le volture) e allo stesso tempo permettono ai cittadini di tenere sotto controllo i propri consumi.
Inoltre il 74% delle imprese ha già in fase operativa progetti per la digitalizzazione dei rapporti con la propria clientela, come i servizi web per gli utenti , i video-sportelli per la consulenza e le app per gestire la fornitura direttamente dallo smatphone. Continua così il percorso, iniziato negli anni scorsi, per lo sviluppo e l’aggiornamento di servizi online al fine di migliorare il rapporto con l’utente finale. Solo nel 2020 quasi un quarto delle bollette è stato emesso in formato digitale, 19,7 milioni in tutto, mentre 3,9 milioni di clienti risultavano iscritti ai servizi di sportello telematico.
L’innovazione smart e verde per le aziende di servizio
Un altro interessante fronte di sviluppo riguarda gli strumenti operativi per i servizi di pubblica utilità, perché la digitalizzazione è una delle leve principali attraverso cui le imprese italiane stanno affrontando la sfida della transizione ecologica. Una buona pratica per la carbon neutrality è legata agli investimenti per la mobilità a basso impatto: sebbene al momento i veicoli elettrici rappresentino il 12% del parco mezzi delle utility italiane, la metà delle imprese ha in cantiere importanti progetti di implementazione per dotarsi di vetture a emissioni zero.
Il futuro passa poi dal monitoraggio digitale della rete, i cui dati elaborati anche da software basati sull’intelligenza artificiale forniscono previsioni per anticipare guasti, identificare problemi e ottimizzare le risorse. Quasi la metà delle 100 aziende di servizio italiane su cui si basa la ricerca impiega per la manutenzione sistemi di predictive maintenance grazie all’utilizzo di modelli matematici, droni, rover, robot oppure realtà aumentata. Big data, machine learning, blockchain, tecnologie cloud o reti neurali sono le soluzioni innovative avanzate introdotte dal 58% delle società intervistate per la gestione del lavoro.
L’innovazione nel settore idrico
Distrettualizzazione è il nome complesso di un lavoro capillare che negli ultimi anni molti gestori del servizio idrico stanno realizzando sulle reti acquedottistiche. Un lavoro complesso, dato il numero di chilometri di
Nei prossimi anni l’approccio digitale sarà sempre più importante in processi complessi, come per esempio nel trattamento e nel riutilizzo delle acque o nella gestione dei fanghi. L’indagine rileva inoltre come per il servizio idrico integrato le infrastrutture smart siano strategiche per ridurre perdite d’acqua o le inefficienze, ad esempio sfruttando i vantaggi delle piattaforme di telecontrollo, oppure con sistemi di sensori per mappare gran parte della rete fognaria (se ne sono dotate l’85% delle imprese di questo tipo). Gli attuali sistemi avanzati di telecontrollo sono la base per costruire sistemi previsionali basati su digital twin, gemelli digitali che simulano il funzionamento degli impianti e raccolgono dati utili per prevedere le performance e impedire i malfunzionamenti. Sempre per quanto riguarda l’acqua, le aziende negli ultimi anni si sono fortemente impegnate nei progetti di distrettualizzazione, che riguardano il 31,5% delle reti idriche. Suddividendo gli acquedotti in piccole aree omogenee è possibile ridurre le dispersioni d’acqua attraverso il monitoraggio quotidiano e l’analisi costante dei parametri idraulici.
La sfida della cyber security
D’altro canto la digitalizzazione apre nuove problematiche, come la cyber security che sta diventando una delle principali preoccupazioni per le aziende di servizio che più investono in innovazione. Stando ai numeri riportati nell’indagine, negli ultimi tre anni le utility italiane hanno subito quasi 290 attacchi informatici. Un dato in preoccupante crescita per le aziende idriche, che in un solo anno ha fatto registrare un incremento del 9%. Così anche le società si attrezzano. Il 53% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere un’unità dedicata specificamente alla cybersecurity, mentre il 90% aumenterà gli investimenti in questo ambito. Il rapporto Top Utility infine conferma l’importanza attribuita alle attività di ricerca e sviluppo per l’innovazione. Il 90% delle utility analizzate ha dichiarato di aver investito in attività di ricerca, con un’incidenza di costi pari allo 0,26% sul fatturato del 2020, in leggero aumento rispetto all’anno precedente.
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