Quando le temperature superano i trenta gradi, o peggio puntano verso valori record arrivando ai 40, il nostro corpo viene messo alla prova ed è necessario bere una buona quantità di liquidi per assicurarne l’idratazione. Oltre a possibili insolazioni, colpi di calore e abbassamenti di pressione, tra gli effetti negativi delle ondate di afa c’è infatti il rischio di disidratazione, dice il Ministero della Salute. Il pericolo più grande è per le persone fragili. Allora cosa versare nel bicchiere? Vanno bene infusi, bibite particolari o succhi di frutta? “La risposta è semplice: quando fa caldo, anche molto caldo, la migliore cosa da bere per garantire l’idratazione del nostro corpo è l’acqua, il liquido più dissetante che ci sia”, chiarisce Pietro Claudio Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze e nefrologo all’Ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (Bagno a Ripoli). “Siamo fatti d’acqua, basti pensare che rappresenta oltre l’80% del peso corporeo dei bambini, e noi abbiamo bisogno di questo elemento – aggiunge –. Che sia frizzante o liscia non fa differenza: un bel bicchiere d’acqua compensa le perdite di liquidi, che in estate aumentano. Va benissimo anche quella del rubinetto”.
Il rischio di disidratazione
La disidratazione è appunto legata a una perdita di acqua maggiore rispetto a quella introdotta nell’organismo e questo fenomeno può essere provocato dall’incremento della sudorazione per il caldo, in caso di malesseri (febbre, vomito, diarrea), se si assumono farmaci che favoriscono l’eliminazione dei liquidi (come diuretici o lassativi) o ancora quando non si beve a sufficienza per la mancanza dello stimolo della sete. D’estate, per effetto delle alte temperature, l’equilibrio di liquidi all’interno del nostro organismo quindi si modifica notevolmente. “Una particolare attenzione va rivolta agli anziani, perché si tratta di soggetti che non sentono lo stimolo della sete – sottolinea Dattolo –. Ogni anno, con l’aumento delle temperature, crescono gli accessi al pronto soccorso proprio di questa fascia della popolazione per patologie legate alle ondate di calore e per insufficienza renale correlata alla disidratazione”.
Il suggerimento quindi, quando fa caldo, è di bere anche se non si sente lo stimolo della sete. Consiglio che vale per tutti, non solo per gli anziani. “In media, per un soggetto adulto senza particolari patologie renali, si indica di assumere almeno due litri di acqua al giorno, però questa quantità può aumentare considerevolmente quando è caldo, quando ci sono alti tassi di umidità e quando si compiono attività fisiche intense”. I campanelli di allarme per la disidratazione, spiega Dattolo, sono crampi, stanchezza e svogliatezza eccessiva.
Cosa bere (e cosa evitare) quando fa caldo
Via libera all’acqua dunque, da assumere non troppo fredda (per evitare congestioni), a piccoli sorsi e frequentemente. Al fine di riequilibrare l’idratazione del corpo infatti è suggerito bere piccole quantità e molto spesso. Attenzione invece a birra, vino, superalcolici e bevande gassate. “Gli alcolici sono assolutamente da evitare, soprattutto d’estate, e bisogna prestare attenzione, inoltre, al consumo di bibite gassate poiché hanno un altissimo contenuto di zuccheri semplici. Oltre, quindi, ad aver l’effetto contrario, stimolando la sete, fanno ingrassare. Gran parte dei casi di obesità è proprio legata all’elevato utilizzo di tale tipologia di bibite”.
E i succhi di frutta? Non sono “vietati” quando fa caldo, tuttavia vanno usati con moderazione e con qualche accortezza. “Ai succhi sono preferibili frutta e verdura di stagione, da mangiare in quantità adeguate: oltre ad avere un ruolo importante nell’idratazione del corpo, questi alimenti forniscono un giusto apporto di sali minerali che compensa quelli persi con la sudorazione – osserva il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze -. In mancanza di frutta e verdura possiamo scegliere un succo di frutta, ma senza eccessi, perché dobbiamo stare attenti alla quantità di zuccheri contenuta”.
Un poco di caffè, gelati con moderazione
Col caldo estivo si può bere il caffè, attenendosi a un consumo moderato, mentre è meglio evitare cibi pesanti e fritti. I gelati artigianali possono risultare un alimento nutriente, ma – vista la presenza degli zuccheri – va tenuto presente possono indurre la sete. Le cosiddette bevande isotoniche, consumate soprattutto dagli sportivi, sono utili nel momento in cui si perdono in poco tempo grandi quantità di sali minerali, ad esempio dopo attività intense. Pure in questa situazione l’indicazione è di non oltrepassare la misura. “Per una persona comune, che è impegnata in un’attività fisica moderata o che cammina per strada, sono sufficienti giuste porzioni di frutta e verdura per compensare la perdita di sali minerali – avverte Dattolo – e comunque la prima risorsa contro il caldo, è inutile girarci intorno, è una: l’acqua”.
Ma bere molta acqua fa male? “Assolutamente no – chiarisce -. Il nostro organismo è dotato del sistema dei reni che, nei soggetti sani senza particolari patologie, bilancia in modo automatico l’equilibrio dei liquidi, un processo di autoregolazione chiamato omeostasi: più acqua si immette, più viene eliminata”. Per arrivare a sentirsi male per aver bevuto troppo – la cosiddetta “intossicazione da acqua” – sono necessari quantitativi veramente notevoli (oltre 3-4 litri) assunti in un lasso di tempo ridottissimo, dando luogo a mal di testa, stato confusionale, nausea, vomito, vuoti di memoria. Casi però molto rari.
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