Piogge sotto la media, con un deficit pluviometrico che si sta facendo sentire in particolare nella zona delle Apuane e sulla costa livornese. La situazione della siccità in Toscana non è gravissima ma resta preoccupante, dice l’ultimo bollettino dell’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici del distretto dell’Autorità di bacino dell’Appennino Settentrionale, dopo la riunione dello scorso 6 aprile 2023 che ha analizzato i dati di marzo. Il report indica un livello di severità idrica media, in base ai numeri forniti dagli enti locali e dalle realtà che monitorano i vari indicatori, in particolare le piogge e la risorsa disponibile in falde, laghi e invasi. Tra queste Protezione Civile, Ispra, Crea, Arpa, Enel, Ait e LaMMa.
Le piogge e l’aumento delle temperature
Anche durante il terzo mese del 2023 non è piovuto abbastanza, con le precipitazioni che si sono attestate poco sotto la media degli ultimi 30 anni, a 65 millimetri. A questa situazione si aggiungono i contraccolpi di una siccità che è partita dal gennaio dell’anno scorso e che ha portato nel mese di marzo 2023 a un deficit idrico in Toscana di circa il 18%. A soffrire in particolare è il Nord-ovest della regione. Di norma risulta essere la zona maggiormente interessata dalle precipitazioni, adesso invece è l’area più a secco, con un deficit pluviometrico di 500 millimetri d’acqua su base annua e problemi inoltre nella ricarica delle falde.
Allo stesso tempo a marzo è proseguita la corsa della colonnina di mercurio, con temperature superiori alla media degli ultimi trent’anni. Un incremento che si accentua se si restringe il campo di osservazione agli ultimi tre anni. Intanto le prospettive climatiche non lasciano tranquilli. Le previsioni meteo a medio e lungo termine del Lamma, che comunque scontano un margine di errore maggiore, indicano precipitazioni nella media o leggermente inferiori nel mese di aprile. Le piogge quindi non dovrebbero consentire di recuperare il deficit idrico accumulato fin qui. Le temperature, inizialmente sotto la media, dovrebbero tornare ad alzarsi alla fine di aprile. Le previsioni stagionali inoltre si attendono precipitazioni nella media pure a maggio e giugno, mese in cui sarà possibile l’arrivo di una prima ondata di calore caratterizzata da temperature sopra la media.
La situazione della siccità e degli invasi in Toscana nei primi 3 mesi del 2023
A marzo 2023 è migliorata rispetto al mese precedente la situazione delle falde, ad eccezione della costa livornese, la più esposta alla siccità, dove i corpi idrici sotterranei rimangono a livelli critici. Proprio qui, segnala il bollettino dell’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici, potrebbero verificarsi problemi per l’approvvigionamento di acqua potabile, soprattutto con l’inizio della stagione irrigua.
Buone notizie arrivano invece dalla percentuale di riempimento degli invasi, “casseforti” d’acqua che sono piene all’85%. Bene il lago di Bilancino con una percentuale che arriva al 94% (64,4 milioni di metri cubi) e quello di Montedoglio all’85% (94,5 milioni di metri cubi). La situazione è difficile invece nella Toscana Nord occidentale: gli invasi sul bacino del Serchio, oltre a essere stati interessati dalla siccità anche durante il mese di marzo, sono al centro di importanti interventi di manutenzione durante questo 2023. Le dighe di Vinchiana, Borgo a Mozzano, Pontecosi e Trombacco sono state svuotate del tutto, il lago di Vagli per metà.
L’allerta dell’ANBI e la situazione nazionale
Pure l’ANBI, l’associazione nazionale dei Consorzi di Bonifica, fotografa una situazione preoccupante in Toscana per la siccità tra marzo e aprile. Restano pochi centimetri di neve sul monte Amiata, mentre si riducono le portate dei fiumi Serchio, Sieve e Arno. A livello nazionale il quadro più allarmante è quello del Nord Italia con il Po che “vive una condizione di crisi idrica estrema, da monte a valle, con ben 40 giorni di anticipo sul drammatico anno scorso”, spiega l’ANBI.
In Lombardia è allarmante la situazione delle risorse idriche: manca il 58,4% di acqua rispetto alla media storica (il 12,55% sul 2022) e il deficit di neve è al – 68,8% rispetto alla media, cioè quasi il 10% sotto il minimo storico e il 20% in meno rispetto al 2022. La situazione è stata analizzata inoltre dal bollettino dell’Osservatorio siccità dell’Istituto per la Bioeconomia del CNR pubblicato l’11 aprile 2023, secondo cui il 35,3% delle aree agricole irrigue italiane, negli ultimi 2 anni, ha sofferto di siccità severa-estrema. In Piemonte, Lombardia, Trentino ed Emilia, la combinazione tra anomalia termica e deficit pluviometrico ha raggiunto il livello massimo.
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