Più assistenza e più servizi. L’emergenza sanitaria prima e la spirale inflattiva poi stanno mettendo in evidenza l’importanza del welfare aziendale, un “pilastro” che in questo quadro economico incerto sta diventando sempre più essenziale per aiutare le famiglie. Secondo il rapporto 2022 Censis-Eudaimon, 8 lavoratori su 10 chiedono maggiori sostegni per sanità e figli. Allo stesso tempo per 6 imprese italiane su 10 il welfare aziendale è una priorità per andare incontro alle esigenze del proprio personale. In tale contesto, non mancano i buoni esempi. Uno di questi arriva dalla Toscana, dove la principale società di gestione idrica della regione, Publiacqua, è stata una delle prime utility a introdurre quasi 10 anni fa il voucher asilo per sostenere i genitori con figli piccoli.
Asilo aziendale o bonus in busta paga
Una delle problematiche più sentite dai genitori è proprio quella che riguarda l’accudimento dei bambini durante l’orario di lavoro dei grandi. Non sempre però è possibile realizzare asili aziendali: nelle società con sedi diffuse capillarmente su tutto il territorio, come appunto una realtà di servizi idrici, risulta complesso creare strutture interne. Per ovviare a questa difficoltà si è intrapresa la via del sostegno economico diretto e – più di recente – dello smart working.
Nel 2013, agli albori della discussione sulla conciliazione vita-lavoro, Publiacqua ha fatto da apripista in Toscana introducendo il voucher asilo, un aiuto monetario riconosciuto in busta paga ai dipendenti che pagano una retta per i servizi educativi della prima infanzia o per la scuola dell’infanzia. In nove anni sono stati erogati contributi per un totale di 123.000,00 euro in favore di 73 lavoratori con figli nella fascia di età 0-3.
Come funziona il voucher asilo di Publiacqua
Ogni anno Publiacqua prevede nel proprio bilancio finanziamenti che coprono interamente i costi di questa misura prevista dal welfare aziendale, per migliorare la qualità di vita del proprio personale e aiutare a conciliare i tempi della famiglia con quelli lavorativi. Ai dipendenti che presentano la domanda, accompagnata dalla documentazione di spesa, sono riconosciuti 100 euro al mese per ogni figlio fino ai 36 mesi che frequenta i servizi educativi per la prima infanzia e 70 euro mensili per ogni bambino fino ai 3 anni iscritto alla scuola dell’infanzia.
Si tratta di un contributo destinato sia al personale a tempo determinato sia a quello indeterminato, senza un tetto Isee. Inoltre il bonus non concorre alla formazione del reddito e quindi non è tassato. Il sostegno può essere richiesto per gli asili pubblici oppure per quelli privati e non è cumulabile se entrambi i genitori sono dipendenti di Publiacqua.
Il bisogno di welfare aziendale
Secondo i dati dell’Osservatorio Welfare 2022, curato da Endered Italia, i lavoratori chiedono sempre più servizi per la cura dei familiari. In questo contesto una delle principali voci è rappresentata proprio dai bambini: per il 92% delle persone intervistate è necessario potenziare i sostegni per la natalità. Le misure con il maggiore gradimento riguardano i cosiddetti fringe benefit (benefici secondari previsti direttamente in busta paga) con l’87% delle imprese che considera questo strumento di grande valore per il welfare aziendale.
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