L’approvvigionamento idrico è in pericolo: secondo le stime della Water Commission dell’ONU, entro il 2030 la richiesta mondiale di acqua supererà del 40% la quantità effettivamente disponibile. Al contempo i cambiamenti climatici stanno mettendo sotto pressione l’intero sistema, l’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche dolci in futuro potrà aggravare ulteriormente la situazione, mentre è aperta la sfida contro i nuovi inquinanti, come i PFAS. In questo contesto si colloca la nuova Strategia per la resilienza idrica elaborata dalla Commissione europea.
Gli obiettivi sono ripristinare e proteggere il ciclo dell’acqua, dalla sorgente al mare; garantire, a prezzi accessibili, il diritto umano fondamentale all’accesso all’acqua pulita e creare un’economia idrica sostenibile e competitiva in Ue. In occasione del lancio del piano, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha pubblicato il rapporto intitolato Water savings for a water-resilient Europe, Risparmio idrico per un’Europa resiliente.
Il punto della situazione: risparmiare acqua è sempre più urgente
Anche il Vecchio Continente, spesso percepito come “ricco d’acqua”, non è immune a queste problematiche: ogni anno, il 30% del territorio dell’Ue è soggetto a carenza idrica, dice l’EEA, e in particolare il Sud dell’Europa risulta particolarmente colpito. Tuttavia, ogni anno nell’Ue vengono prelevati circa 200 miliardi di metri cubi d’acqua, e le previsioni future indicano un aggravarsi dello stress idrico dovuto ai cambiamenti climatici e alla crescente domanda, con maggiori rischi per ecosistemi ed economie.
Secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente esistono però delle opportunità per ridurre i consumi: i settori economici che rappresentano il 98% del prelievo di acqua europeo sono quelli con il maggior potenziale di risparmio. Tra questi rientrano il raffreddamento delle centrali elettriche (che negli ultimi 20 anni ha rappresentato il 36% della domanda totale), l’agricoltura (29%), la fornitura pubblica (19% includendo acqua potabile, usi domestici e turismo) e l’industria manifatturiera (14%).
In particolare, stando alle stime dell’EEA, nel mondo agricolo si potrebbe tagliare fino a un quinto il prelievo, ad esempio diminuendo le perdite nella distribuzione, sostituendo l’irrigazione di superficie con quella a goccia o sotterranea, adottando tecniche di agricoltura smart e impiegando colture resistenti alla siccità. La produzione di energia potrebbe arrivare ad abbattere del 95% l’impiego di risorsa idrica con il passaggio a modalità di raffreddamento più efficienti, fonti non fossili, innovazioni tecniche e recupero del calore di scarto per l’industria o per il teleriscaldamento.

Le azioni della Strategia europea per la resilienza idrica
La Commissione, nella sua Strategia per la resilienza idrica, ha stilato una lista di oltre 30 azioni, che si concentrano in particolare su 5 macro-aspetti: governance, investimenti, digitalizzazione, ricerca e sicurezza. Il primo punto riguarda l’attuazione della normativa comunitaria sul tema. Per accelerare il recepimento saranno organizzati dialoghi strutturati con tutti gli Stati membri e scambi regolari con regioni, città e autorità competenti per promuovere le migliori pratiche, individuare le sfide e le priorità, incoraggiare la cooperazione transfrontaliera e semplificare e snellire, quando possibile, la normativa Ue.
Il secondo capitolo interessa invece gli investimenti nel settore idrico, con maggiori risorse disponibili nel contesto dei fondi di coesione, mentre la Banca europea per gli investimenti lancerà un nuovo programma per l’acqua e uno strumento di consulenza per l’acqua sostenibile. Tra il 2025 e il 2027 è previsto lo stanziamento di più di 15 miliardi di euro.
Per affrontare le sfide della resilienza idrica, la Commissione europea punta inoltre su innovazione, nuove tecnologie e ricerca per digitalizzare il comparto idrico e ridurre le perdite, sfruttando anche dati satellitari, contatori intelligenti (smart metering) e strumenti di intelligenza artificiale. Il quadro, infatti, è molto variegato, basti pensare che la dispersione idrica varia all’interno dell’Unione dall’8 al 57%. In Italia la media nazionale è del 42%, ma con differenze territoriali marcate tra Nord, Centro e Sud.
Un ultimo aspetto riguarda la sicurezza e la preparazione ad affrontare le emergenze climatiche. Per questo la strategia mira a potenziare i sistemi di allerta precoce e monitoraggio in tempo reale per le alluvioni e la siccità, rafforzando i collegamenti tra i livelli comunitari, nazionali e locali.

I prossimi passi
Inizia così un percorso che si muoverà su diversi fronti. In occasione della pubblicazione della Strategia europea per la resilienza, la Commissione ha pubblicato una raccomandazione sull’efficienza idrica, che entro il 2030 dovrà essere migliorata di almeno il 10%. A partire dal mese di dicembre 2025, sarà convocato ogni due anni un Forum sulla resilienza idrica. Inoltre, nel 2027, sarà effettuata una revisione intermedia dei progressi compiuti.
Potrebbero interessarti anche…

Come fare un buon tè e qual è la temperatura ideale dell’acqua
Bollire l’acqua senza controllare la temperatura, sbagliare la quantità di foglie e lasciarle in infusione per troppo tempo: ecco gli…

Come pulire e prendersi cura della borraccia termica
Un’amica dell’ambiente, di cui però prendersi costantemente cura. Non pulire regolarmente la borraccia, infatti, può generare cattivi odori difficili da…

Come fare per bere di più e meglio ogni giorno: 5 trucchi
Mantenere un’adeguata idratazione è fondamentale per il benessere dell’organismo, eppure spesso ci dimentichiamo di bere acqua a sufficienza durante le…