Un atto di programmazione per salvaguardare la risorsa idrica, sempre più preziosa in un’epoca segnata dai cambiamenti climatici, da integrare con azioni per la salvaguardia del suolo. È iniziato il cammino per l’aggiornamento del Piano di tutela delle acque della Regione Toscana. Un processo complesso, lungo oltre un anno, che ha preso il via lo scorso febbraio e proseguirà fino al giugno 2025, quando è previsto il via libera definitivo da parte del Consiglio regionale. La prima fase prevede un percorso partecipativo, grazie al confronto con gli enti e le realtà portatrici di interesse in questo campo, incontri pubblici e la raccolta di osservazioni e contributi.
Cos’è il Piano di tutela delle acque
Il Piano di tutela delle acque (PTA) è uno strumento di pianificazione introdotto dal Codice ambiente italiano (decreto legislativo 152/2006) che ha recepito la direttiva quadro dell’Unione Europea 2000/60/CE. L’obiettivo è quello di proteggere e valorizzare le acque superficiali, sotterranee e costiere presenti sul territorio, garantendo standard qualitativi fissati dall’Ue per:
- Impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici;
- Agevolare l’utilizzo idrico sostenibile;
- Ridurre l’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee;
- Mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità.
Parallelamente all’aspetto qualitativo della risorsa, la direttiva europea punta sulla valutazione e sulla gestione dei rischi di alluvione per ridurre le conseguenze negative sulla salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche grazie a misure efficaci, coordinate a livello di bacino idrografico. La normativa nazionale prevede che il Piano di tutela delle acque venga revisionato periodicamente dalle singole Regioni, in accordo con le Autorità di Bacino: questo documento infatti è il raccordo tra la pianificazione strategica dei diversi distretti idrografici presenti sul territorio (stabilita dai PG, Piani di Gestione Acque) e la pianificazione regionale più ampia.
I distretti idrici della Toscana
La Toscana sta quindi lavorando al nuovo Piano di tutela delle acque. Il territorio regionale ricade in tre distretti idrografici: il distretto dell’Appenino Settentrionale, quello dell’Appennino Centrale e il distretto del Fiume Po. L’atto avrà principalmente tre finalità:
- individuare azioni per proteggere e conservare la risorsa idrica;
- definire gli interventi di tutela e risanamento dei corpi idrici;
- regolamentare l’uso sostenibile dell’acqua secondo principi di conservazione, risparmio e riutilizzo.
Il piano comprende una “fotografia” dello stato di salute delle risorse idriche regionali, con le caratteristiche peculiari di ogni singolo bacino, la valutazione dell’impatto dell’attività dell’uomo, la definizione delle aree di tutela e dei vincoli, oltre che della qualità ambientale delle acque e della mappa delle reti di monitoraggio. Il documento individua dunque le azioni, gli interventi e le regole per la gestione del patrimonio idrico.
Il procedimento per il nuovo Piano di tutela delle acque
Il primo passo per la formazione del Piano di tutela delle acque della Toscana, avviato tramite la delibera della giunta regionale n°115 del 12 febbraio 2024, è dedicato alla partecipazione, con la raccolta di osservazioni e contributi dei soggetti interessati. Le attività di informazione e confronto sono affidate al Garante regionale dell’informazione e partecipazione, anche con un programma di incontri pubblici iniziato lo scorso 16 aprile. Le date dei vari appuntamenti sono pubblicati sul sito della Regione, nella sezione dedicata al Garante regionale dell’informazione e della partecipazione.
Al termine della fase preliminare sarà elaborata una proposta di piano che verrà adottata dal Consiglio regionale e su questo documento sarà aperta una nuova consultazione. Le osservazioni e i contributi ricevuti porteranno alla stesura della proposta finale di piano entro il 1° gennaio 2025, che – dopo un passaggio in giunta – verrà approvata con delibera del Consiglio Regionale entro il 30 giugno 2025. Gli aggiornamenti sono pubblicati sul portale della Regione.
Le linee di azione
Il confronto appena iniziato sul nuovo Piano di tutela delle acque comporta una riflessione sull’impatto dei cambiamenti climatici in Toscana. I dati degli ultimi anni indicano la crescita di eventi meteo estremi, come flash flood, alluvioni lampo con piogge intense concentrate nel tempo e nello spazio che possono innescare piene repentine. Allo stesso tempo si segnalano criticità per le falde acquifere, che tra il 1914 e il 1999 si sono abbassate fino a 26 metri. Sulla costa poi aumentano le mareggiate, con fenomeni di intrusione del cuneo salino e conseguenze dirette sulle acque interne. Tra il 2005 e il 2020 il litorale della regione ha perso complessivamente circa 30.000 metri quadrati di spiaggia.
All’interno della discussione sul Piano per la tutela delle acque in Toscana si sta lavorando su linee di azione integrate. Tra queste la rinaturalizzazione e la riqualificazione delle aree intorno ai fiumi, in un’ottica di abbattimento dell’inquinamento e incremento della difesa del suolo, anche con la realizzazione di fasce umide artificiali come zone cuscinetto. Un altro punto da approfondire è lo stoccaggio di risorse idriche per far fronte alle sempre più frequenti siccità, grazie ad esempio al recupero di volumi negli invasi già esistenti affrontando il problema dei sedimenti nei fiumi e dell’interrimento delle dighe. Sono allo studio, inoltre, soluzioni per la ricarica controllata della falda, mediante piccoli laghetti per raccogliere l’acqua piovana durante i periodi umidi e facilitare la sua infiltrazione nel sottosuolo. Uno scenario studiato in Val di Cornia con il progetto Life Rewat.
Un altro capitolo riguarda le opere di drenaggio urbano sostenibile, ad esempio prevedendo una quota di superficie permeabile intorno ai nuovi edifici, la realizzazione di impianti di accumulo di acqua piovana e di coperture a verde dei fabbricati. Infine, per quanto riguarda l’agricoltura, i metodi di microirrigazione efficiente possono abbattere lo sfruttamento idrico fino al 75%.
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