Dalla siccità persistente alle riserve d’acqua presenti sul territorio, dalla necessità di creare nuovi invasi agli investimenti previsti dal PNRR e ai progressi fatti con la depurazione: Alessandro Mazzei, direttore dell’Autorità Idrica Toscana spiega come gestire da qui al prossimo futuro l’approvvigionamento idrico della regione.
Alessandro Mazzei, non si può non parlare di siccità: qual è la situazione in Toscana, quali le zone più a rischio e quali invece per ora non hanno problemi di approvvigionamento?
Per la quantità di risorsa idrica disponibile è come se fossimo già adesso a fine agosto. Non piove seriamente da mesi in Toscana e questo ha dato un’accelerazione notevole alla siccità, che si vede con forza a livello agricolo, ma anche a livello di acquedotti. Chiaramente ci sono zone della nostra regione che se la passano meglio (come l’area metropolitana fiorentina) e zone che se la passano peggio (come la zona della Lunigiana e della Garfagnana, l’isola d’Elba, alcune zone interne della costa livornese e l’area della Valdelsa).
L’enorme caldo, con temperature mai avute con questa intensità e frequenza, amplificano il problema perché quando è molto caldo le persone tendono a consumare molta acqua. Se a questo aggiungiamo che sulla costa toscana e in alcune zone particolarmente turistiche sono raddoppiate (in alcuni casi decuplicate) le presenze per il turismo si può ben capire l’emergenza che stiamo vivendo.
Riserve d’acqua e come gestirle: l’approvvigionamento idrico passa (anche da qui)
Approvvigionamento idrico in Toscana, quali sono le riserve d’acqua su cui può contare la nostra regione. È una regione ricca d’acqua? Come preservare questa importante risorsa?
Per fortuna la Toscana aveva fatto opere importanti come gli invasi di Bilancino e di Montedoglio, che hanno messo in sicurezza parti importanti della regione. I tanti investimenti realizzati negli anni passati, operati dai gestori del servizio idrico, stanno inoltre tornando utili per fronteggiare in maniera efficace l’emergenza idrica. Se però continua così a breve dovremo analizzare di nuovo la situazione, sperando di non dover razionare l’acqua.
Ai due grandi invasi toscani di Bilancino e Montedoglio si aggiungono la zona del Monta Amiata, che produce molta acqua per la Toscana del sud, e la zona della lucchesia, che ha una capacità molto ampia di approvvigionamento idrico attraverso le falde della piana lucchese.
Per utilizzare al meglio queste risorse ed averne ulteriori disponibili dobbiamo però realizzare altri invasi in zone a rischio e cominciare a pensare di realizzare alcuni dissalatori, oltre che sulle isole, anche sulla costa. Produrre acqua da altre fonti serve a non far prosciugare le tradizionali falde acquifere del nostro territorio regionale.
Qual è lo stato di salute dei bacini artificiali?
Servono nuovi invasi. Alcuni piccoli locali a servizio dell’agricoltura e almeno altri due di dimensioni invece importanti. Uno di questi certamente dovrà andare a coprire la mancanza di acqua per l’irriguo in Maremma. I bacini artificiali di Bilancino e Montedoglio stanno soffrendo ma resistono. Questo significa che sono state due opere infrastrutturali necessarie, frutto di una visione lungimirante e senza le quali oggi la situazione sarebbe catastrofica.
PNRR e investimenti, in cosa è necessario investire
Il PNRR destina fondi per il settore idrico, sono sufficienti? In cosa è necessario investire in Toscana?
La prima tranche del PNRR è stata importante: 57 milioni di euro sono un buon punto di partenza per avviare interventi strategici nella grande adduzione. Poi confidiamo nel finanziamento dei progetti sulle reti di distribuzione. Perché una volta che si ha l’acqua, bisogna portarla nelle case della gente, e questa è un’attività che spesso viene sottovalutata dai cittadini. Sono le reti di distribuzione la cosa importante per far arrivare il “nostro carburante umano”, l’acqua appunto, nelle case di tutti. Dobbiamo investire ancora molto nelle reti per ridurre le perdite e per ammodernare i nostri acquedotti in modo da ottimizzare l’approvvigionamento idrico della Toscana.
Depurazione, a che punto siamo in Toscana. E sul riuso delle acque depurate?
Si è lavorato molto. Il gestore Publiacqua ha dimostrato la miglior performance in questo senso, facendo uscire l’area fiorentina ed altri importanti agglomerati dalle procedure di infrazione dell’UE. Noi, come Autorità Idrica Toscana, siamo impegnati in un’attività di pianificazione e monitoraggio per completare questa chiusura del ciclo con una depurazione che reimmette acqua pulita in ambiente. Sul riuso stiamo lavorando. Ci sono progetti e alcune realtà positive nella nostra regione. Tutti i soggetti, a cominciare dai potenziali fruitori dell’acqua depurata come gli agricoltori e gli industriali, devono però impegnarsi molto di più per aumentare la percentuale di acqua riusata.
Potrebbero interessarti anche…
Interrimento degli invasi e sedimenti nei fiumi. ISRS 2023 a Bilancino
Sotto il pelo dell’acqua qualcosa si muove: piccoli detriti, sabbia e ghiaia che derivano dall’erosione di rocce, sponde e terreno.…
Depuratori e lotta alle perdite: il piano degli investimenti di Publiacqua
Ridurre le perdite per recuperare un volume d’acqua pari a un terzo della capacità del Lago di Bilancino; assicurare l’approvvigionamento…
Qual è la carbon footprint di Publiacqua
Una “fotografia verde” per misurare l’impatto ambientale di tutti i processi dell’impresa, dai consumi diretti di combustibili e di energia,…